Mi scrive su Facebook (già) un’"amica" conosciuta su Facebook (già/2) per dirmi che non avrei dovuto scrivere un libro su Facebook (già/3) in questo momento, in cui su Facebook trovi tutti ma proprio tutti, ma la politica si dovrebbe occupare di cose più serie (già/4). E’ la prima critica del genere, abbondantemente attesa, però. La riporto fedelmente:
«Al di là della buonissima idea (commercialmente parlando), non pensi che in questo momento il PD e l’amore ai tempi di FB stridano un pochettino? Non so, sarà che io FB lo uso principalmente (se non quasi esclusivamente) per cercare di far crescere la sensibilità sociale (e anche per scaricare frustrazioni e incazzature socio-politiche che altrimenti rischirerebbero di farmi scoppiare il fegato…), ma ti dirò che avendomene causate parecchie lo stesso Veltroni (e lo stesso PD, a dirla tutta), di queste incazzature, leggere che è proprio lui a firmare la prefazione del vostro sicuramente grazioso volumetto mi ha fatta un po’ saltare sulla sedia… Scusa, ripeto, con tutto il rispetto: ma non aveva ben altro a cui pensare? E dal punto di vista dell’immagine e più in generale della "comunicazione" (che è poi ciò di cui mi occupo per lavoro…) siete sicuri che simili interventi gli giovino… o perlomeno che non facciano danno all’immagine (già piuttosto compromessa…) dello stesso PD?»
Obiezione accolta a metà. Intanto il libro è stato scritto mesi fa, di notte e nei fine settimana, senza sottrarre tempo al ‘resto’. In secondo luogo, mi tocca ripetere che – oltre ad aggiornare questo blog (quasi quasi lo chiudo) – mi occupo tutto il giorno di gassificatori, cave, rifiuti, kebab, urbanistica, parchi, strade, autostrade, candidati, consigli provinciali, regionali, interpellanze, interrogazioni, mozioni, comunicati e Facebook è soltanto uno strumento utile e curioso per capire come la società si muova, come cambino le relazioni, come si esprimano le persone, il loro linguaggio e i codici che vengono adottati soprattutto dai più giovani (chiamala, se vuoi, comunicazione o forse, e meglio, umana conversazione). Ed è un modo per dire che Facebook serve a fare quello che su Facebook fa anche chi mi scrive, cercando di costruire qualcosa che le piaccia o denunciando quello che non le piace. In ogni caso da quanto scrive si comprende che la lettrice in realtà non ha letto il libro. E’ l’unico errore di comunicazione che le contesto, anche perché la citazione di Ficino in apertura consente di chiarire che l’amore è inteso in senso molto, ma molto lato…
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