Sono a Pistoia, e tutte le volte che la visito mi sorprendono le sue piazze e il reticolo di vie che le collega, dove mi perderei per tutto il pomeriggio, se il termometro all’angolo non indicasse la temperatura di 36° all’ombra. Devo ammetterlo: il Grand Tour politico che mi sta portando attraverso i circoli e le feste del Pd si sta trasformando in una grande occasione turistica. Quasi quasi fondo la corrente dei Turistidem e vi saluto. Mi tocca però lavorare anche oggi: mi attende un dibattito sul rinnovamento tra giovani promesse del nuovo Pd. Un tema che va rinnovato: propongo che il prossimo incontro sia interpretato da esponenti del Pd e della sinistra a prescindere dal dato anagrafico. Anzi, più anziani sono, meglio è. Mi piacerebbe che di rinnovamento parlassero le persone che lo hanno praticato, che hanno “rotto lo schema” almeno una volta nella vita, che sono state anticonformiste, almeno in gioventù o in una crisi di mezza età. Altrimenti diventa una discussione vuota, con i giovani paladini del rinnovamento – compreso il sottoscritto – che fanno la figura degli ambiziosetti che vogliono solo farsi spazio nei famosi organigrammi. Con formule del tutto simili a quelle già praticate in passato. Il rinnovamento riguarda le parole e le cose, lo stile, la libertà di pensiero, la capacità di entrare in relazione con i cittadini e con gli elettori. Non solo la carta d’identità. Stasera cercherò di dirlo, facendo una (giovane?) promessa: al prossimo dibattito mi presento accompagnato dai genitori. Scherzo, ma anche no.

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