Pierluigi Bersani sostiene che si debba guardare ai 150 anni di storia che ci hanno preceduto, per comprendere qual è la missione del Pd. Siccome sono megalomane, rilancio e guardo a quasi 2500 anni fa. A quel tempo, un antico sostenitore della mozione Marino, piccolo e minoritario (e anche così così di aspetto), che fece una brutta ma autorevole fine (per colpa delle correnti e delle lobby del potere costituito del tempo, che lo accusarono di corrompere i giovani e di non rispettare gli dèi della città, guarda un po’), era uso soprattutto a far domande. Si chiamava Socrate. "Sapeva di non sapere" e però gli premeva arrivare a conclusioni precise e chiare, senza tanti giri di parole. Per questo, e a volte con qualche malizia, chiedeva a Franceschini qual era la sua posizione sui diritti civili: «che cos’è, Dario, il testamento biologico?». A Bersani si rivolgeva, poi, con una punta di veleno scorpionino, per chiedergli che cosa pensasse delle politiche energetiche: «che cos’è, Pigi, il nucleare?». Erano i famosi dialoghi, in cui Socrate interveniva brevemente e con un po’ di ironia, che servivano a precisare le cose, come sostenevo qui. Fare le domande, è importante. Trovare le sedi dove confrontarsi, in un partito politico, lo è altrettanto. Individuare i limiti e le contraddizioni e le ragioni dei nostri errori, lo è ancora di più. Socrate amava il confronto tra addetti ai lavori, all’interno dei circoli, per dire così, ma amava anche la conversazione nelle piazze e nelle strade di Atene. Ecco, un piccolo messaggio per le primarie. Non solo nell’Attica.

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