Ivan Berni, qualche giorno fa, si chiedeva:
Il contesto lombardo, semmai, suggerirebbe un atteggiamento opposto: una forte ed esplicita scommessa sul cambiamento; un largo coinvolgimento degli elettori attraverso le primarie; la presentazione di candidati giovani e capaci, in grado di impersonare l’urgenza di un ricambio generazionale, di idee e di progetti per la Lombardia. In particolare, per quanto riguarda le primarie, il timori di scarsa partecipazione o addirittura di freddezza da parte degli elettori lombardi, sono stati clamorosamente fugati due settimane fa: oltre 300mila partecipanti in regione, con numeri record a Milano.
Ma per la sfida a Formigoni di questa voglia di cambiamento e di partecipazione, finora, non si è vista traccia. Circolano invece un sacco di nomi: l’ex presidente della Provincia Filippo Penati, l’ex sindaco di Brescia Paolo Corsini, l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta, il consigliere comunale Davide Corritore, il segretario regionale Maurizio Martina, il consigliere regionale Pippo Civati. Ma sono nomi detti in libertà, senza l’indicazione di un percorso di candidatura e di un progetto di governo. Sabato prossimo, seguendo a ricalco quanto è avvenuto a livello nazionale, si riunisce l’assemblea regionale del Pd, per sancire la riconferma di Maurizio Martina alla segreteria e l’elezione dei nuovi organismi dirigenti. Troveranno, i nostri eroi, il tempo di occuparsi di quell’antipatica incombenza elettorale in calendario il prossimo 28 marzo?
La risposta, per ora, è no…
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