Ne avevo parlato molto tempo fa. Oggi le (i) panda a idrogeno hanno fatto ritorno. Sono pochissimi gli esemplari viventi: uno di loro sarà inviato dalla Regione Lombardia a Copenhagen per il vertice mondiale sul clima (accompagnato da due esemplari ibridi). Formigoni nel 2002 aveva previsto tutto, parlando di «una soluzione concreta», a portata di mano. Aveva detto che già nel 2005 sarebbe iniziata una nuova era, e che al massimo nel 2007 avremmo avuto a disposizione una buona percentuale di auto a idrogeno. Siamo quasi arrivati al 2010 e di auto a idrogeno, in Lombardia, si contano poche unità (e ancora meno sono i distributori in Lombardia). Nel frattempo, come ogni anno, si ripete la solita storia nel bilancio regionale. A inizio anno vengono stanziati 3 milioni di euro «per la diffusione di combustibili a basso impatto ambientale per la produzione di energia alternativa, da biomasse e per il piano d’azione sull’idrogeno»: poi, nel corso dell’anno, di questi 3 milioni se ne spendono soltanto 1 (o poco più). Succede ogni anno. Nel 2008 abbiamo speso 1,5 mln, nel 2009 ne abbiamo previsti 3, e abbiamo speso solo 1,2 milioni di euro. Ovviamente, la previsione per il 2010 è ancora di 3 milioni. Si accettano scommesse sull’assestato 2010…
Alcune date da non dimenticare, richiamati oggi da Andrea Montanari per Repubblica Milano:
Il 3 ottobre 2004 la trasmissione Striscia la notizia dimostrò che il primo distributore a idrogeno d’Europa, che Formigoni aveva appena inaugurato alla Bicocca, ad uso di fotografi e cineoperatori, era già stato smantellato ancora prima di entrare in funzione.
Si incomincia a parlare di Polo della mobilità sostenibile intorno al 2002. La Fiat già nel 2000 aveva cessato la produzione di auto sportive ad Arese, licenziando 650 dipendenti e mettendone in mobilità altri 160. […] Sono gli anni in cui Formigoni pronosticava: «Dal 2005 in Lombardia verranno immatricolate solo auto ecologiche».
La grande svolta arriva all’inizio del 2003. Il 27 febbraio Regione, Provincia, Comuni interessati (Arese, Garbagnate, Rho, Lainate) firmano un accordo che prevede la creazione di un Polo per la mobilità sostenibile. Vengono coinvolti l’Enea e il premio Nobel Carlo Rubbia [che Formigoni incontra, ancora una volta ad uso di fotografi e cineoperatori, il 2 ottobre 2003]. Anche il Politecnico è interessato.
A luglio [2003] Formigoni annuncia: «Sono ben 70 le aziende interessate a entrare negli ex capannoni dell’Alfa». […] Vengono stanziati 3 milioni per i corsi di formazione, 50 per le infrastrutture di collegamento, 20 per i nuovi centri di ricerca, 275 a sostegno del mercato, 350 di aiuti vari alle imprese [per un totale di quasi 700 milioni di euro]. Nel 2005 le aziende da 70 sono scese a 15. […] Nel frattepo, il progetto langue e il miliardo di euro messo a disposizione dalla Ue per il progetto Hypogen prende la strada della Polonia. Malpensa smette di essere un hub e le imprese interessate al polo logistico si dileguano.
E per completare la storia del «monumento alle promesse mancate», va ricordato che Formigoni provò a metterci anche i cinesi, ad Arese. Ma non vi riuscì.
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