Molti hanno deciso di dire la loro, sulla Festa delle luci promossa per il 21 dicembre in una scuola di Cremona. In sostituzione del Natale, così si smarriscono definitivamente le nostre radici, hanno tuonato in parecchi. Buonisti e relativisti e suicidi, hanno sentenziato altri. Brunetta: «Io sono laico e mangiapreti» ma abolire il Natale come proposto da un maestro di Cremona, «mi sembra una cretinata e basta». Zaia: «Un altro harakiri culturale perpetrato da un finto educatore sulla pelle dei nostri bambini. Sarebbe il caso, oltre alla dovuta solidarietà a Gesù, Giuseppe e Maria, di dare tutto l’appoggio possibile ai bambini vittime di queste capriole buoniste». L’arcivescovo di Firenze: «In una scuola di una città lombarda, vittime del politicamente corretto hanno ritenuto opportuno cancellare la festa del Natale e sostituirla con una improbabile ‘Festa delle luci’». Gelmini: «Una scelta da me non condivisa e che non trovo utile, pur nel rispetto dell’autonomia di ogni singola scuola. Non si crea integrazione e non la si aiuta eliminando la nostra storia e la nostra identità. In particolare il Natale contiene un messaggio di fratellanza universale. Quindi è un simbolo che non divide ma unisce». I giornali hanno fatto il resto, a cominciare da chi ha scritto un articolo molto sbilanciato. Peccato che la Festa delle luci non cancelli il Natale, che si svolga in quella scuola da tanti anni e che sia diventata una tradizione da tempo, ben prima che sorgessero questioni legate all’immigrazione e all’integrazione (e alla strumentalizzazione che ormai puntualmente ne consegue). Leggo dalla Provincia di oggi, uno stralcio dell’ordine del giorno presentato dal gruppo del Pd in Comune: «La Festa delle Luci viene organizzata da 15 anni dagli insegnanti della scuola Manzoni, da quando nella scuola non vi era ancora la presenza dei bambini stranieri. È un momento augurale che non sostituisce la presenza del presepe o di altri segni del Natale». Sul Corriere, pagine milanesi, di oggi: «Le luci del 21 dicembre non sostituiscono il presepe. Di presepi ne abbiamo tre, uno permanente in terracotta fatto tantissimi anni fa e altri due creati quest’anno», dice Cristina Manfredini, vicario del dirigente della scuola Manzoni. Al ministro Gelmini, Manfredini dice: «Prima di censurare venga a conoscere la nostra scuola e il nostro piano di offerta formativa. La invitiamo il 21 ad assistere alla nostra festa». Del resto, si tratta di «una decisione presa da tutti gli insegnanti e da tutti i genitori». Conclude Manfredini: «A scuola abbiamo ben altri problemi da risolvere, come la carenza di personale o il cortile che non c’è». Ben altri problemi, appunto, che non perdere tempo con discussioni infondate e polemiche pretestuose, che hanno solo un obiettivo: nascondere i veri problemi, proprio quelli di cui ci si dovrebbe occupare.

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