Mi giunge da Ernesto Ruffini questa (buona) notizia.
Processare gli immigrati clandestini che sbarcano a Lampedusa è probabilmente incostituzionale. Ieri il giudice Giuseppe Alioto si è pronunciato sulle eccezioni di incostituzionalità sollevate dall’avv. Ernesto Maria Ruffini dell’associazione «A Buon Diritto» nel mese di agosto nel corso del processo contro quei ragazzi, all’indomani dell’entrata in vigore delle nuove norme sul reato di immigrazione clandestina. A quelle eccezioni si sono, successivamente, aggiunte anche quelle sollevate dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Le nuove norme sul reato di immigrazione clandestina, entrate in vigore l’8 agosto scorso, hanno consentito il giorno successivo il fermo di 21 ragazzi, provenienti dal Nord Africa, a Lampedusa e rinviati a giudizio per essere arrivati in Italia senza permesso, clandestinamente. Secondo l’interpretazione accolta dal Giudice, il nuovo reato di immigrazione clandestina presenta diversi profili di incostituzionalità. Sia perché «l’ingresso o la presenza illegale del singolo straniero non paiono rappresentare, di per sé, fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l’espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante». Sia «la perseguibilità penale dello straniero appare irragionevole, non agevolando in alcun modo le procedure di espulsione». Sia perché in contrasto con il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione. Sia perché la norma risulta in «agli obblighi assunti dall’Italia in materia di trattamento dei migranti».
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