Senza di noiNe avevo già parlato qualche giorno fa. Si tratta di una manifestazione semplice, eppure complessa, nella quale sperimentare la prima ‘alleanza’ tra italiani e stranieri (all’insegna di quella reciprocità che viene negata proprio dai suoi fanatici sostenitori). Fermarsi, un giorno, per fare capire a tutti che questo Paese non accetta più le discriminazioni a cui siamo sottoposti quotidianamente. Abbiamo bisogno di un percorso per arrivare al Primo marzo, come opportunamente ha fatto notare Luca Romeo: un percorso che parli di cittadinanza, di dignità del lavoro, di rispetto del diritto. Abbiamo bisogno della sensibilità dei politici sensibili, che mi auguro non si dividano su cappelli da mettere, bandiere da portare, consenso da cercare costi-quel-che-costi. Abbiamo bisogno che in ogni città se ne parli, se ne discuta, si informino le persone, con i dati reali, corretti, precisi. Abbiamo bisogno di noi. Perché «senza di noi», così si chiama questa mobilitazione, il Paese peggiora ogni giorno di più.

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