Vince Vendola. La notizia è del 2005, ma i candidati rischiano di essere gli stessi. Per il resto, oggi è il giorno del giudizio (scherzo): si vedono al Pd nazionale per parlare di Regionali. Se ne sentono di tutti i colori, tra regolamenti di conti (con Di Pietro, che cosa avevate capito?) e trappoloni (in cui il Pd cascherà? Risponditore automatico: è già cascato). Anche per questo, arrivano moltissimi complimenti dalla destra alla gestione Bersani (a cominciare da Lupi, che dovrebbe insospettire fin dal cognome, ma che è da sempre amico del segretario). Casini, con il suo modulo alla Oronzo Canà, si è stufato: «O me o i no global» (nessuno che gli chieda: «o con noi, o con il Pdl»). Chissà cosa farà Bersani, pensando ai 150 anni di storia a cui si riferiva durante la campagna congressuale. In nome del ricambio generazionale e politico, Errani si ricandida per la terza volta (e mezzo: è presidente da 12 anni), Rita Lorenzetti, invece, non si sa, perché in Umbria c’è un candidato alternativo, l’ex-tesoriere Mauro Agostini, e la maggioranza (risicata) del partito sostiene che un presidente uscente non si possa sottoporre alle primarie. Infatti, in Calabria, la maggioranza del partito sostiene il presidente uscente che si sottopone alle primarie. Nebbia sul Lazio: forse potremmo sostenere tutti Polverini e lasciar stare. Buone notizie dal Piemonte: Mercedes Bresso ha tenuto botta, non si è fatta intimidire, si è ricandidata e, forse, otterrà il sostegno di Casini (vedi cosa succede a non seguire le indicazioni che provengono da Roma…). In Lombardia, Penati è candidato perché piace ai moderati (e infatti si è già liberato dei ‘comunisti’ e della sinistra radicale), ma l’Udc o va da sola, o va con Formigoni. In Veneto Laura Puppato è troppo brava per essere candidata, ma Bersani rassicura i lettori esasperati dell’Unità: «Non abbiate fretta». Quale fretta? Confidiamo nel segretario, che ha vinto il Congresso del Pd perché aveva chiaro il quadro delle alleanze. E, poi, il futuro è imperscrutabile, no?
Comments (42)