L’eventualità di un Ventennio formigoniano, oltre che politicamente poco auspicabile, è semplicemente illegale sul piano giuridico. La legge 165 del 2004 è chiara nel ribadire il limite dei due mandati prevedendo «la non immediata rieleggibilità, allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto». Invocare la «non retroattività della norma», come fa Formigoni, non ha senso, come diversi giuristi hanno già rimarcato. Per questo motivo, preannunciamo il deposito come Lista Bonino-Pannella di un ricorso formale contro la candidabilità di Roberto Formigoni per una eventuale rielezione a suffragio universale diretto.

Lo dice Marco Cappato, candidato alla Presidenza della Regione Lombardia per la Lista Bonino-Pannella. Noi lo diciamo da settimane ma, evidentemente, l’idea che Formigoni non si possa ricandidare non è degna di nota.

Comunicato stampa. Regionali, Civati e Sarfatti (PD): lieti che Cappato condivida il parere di Angiolini sul terzo mandato di Formigoni. «Siamo contenti di apprendere che anche Marco Cappato condivida i punti cardinali del ragionamento contenuto nel parere di Vittorio Angiolini». A sostenerlo sono i consiglieri regionali del PD Giuseppe Civati e Riccardo Sarfatti che ricordano come avessero invitato tutti i soggetti della coalizione che si contrappone a Formigoni ad un ragionamento sulla legittimità del terzo mandato di Roberto Formigoni. «In base al parere del Prof. Angiolini – ricordano Civati e Sarfatti – il divieto di terzo mandato consecutivo contenuto nella legge 165 del 2004 va inteso come un principio "imperativo" e quindi immediatamente applicabile in forza della cosiddetta legge La Loggia, quella che applica il federalismo, che prescrive che in mancanza di una legislazione regionale in una materia di competenza esclusiva delle regioni si applichino i principi della legislazione nazionale. Anche sull’interpretazione per cui questa norma non sia retroattiva e quindi valga solo per il futuro, Angiolini aveva osservato che i mandati precedenti vadano assunti "come fatto storico" e non importa se sono intervenuti prima dell’approvazione della norma». «In questa materia vale l’iniziativa popolare – concludono i consiglieri PD – basta che un cittadino all’indomani dalle elezioni si rechi da un magistrato mettendo in dubbio l’elettività di Formigoni, ma anche prima di allora potrebbe esserci addirittura l’incandidabilità rilevabile anche d’ufficio».

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