Conferenza stampa sulle bonifiche in Lombardia.
«La Regione ha favorito Grossi e continua a favorirlo sempre di più». Così Carlo Monguzzi. «Malgrado le inchieste». Arturo Squassina ricorda che la regione ha dato responsabilità ad altri, senza voler affrontare il problema dal punto di vista politico e amministrativo. Uno scaricabarile clamoroso, anche perché in questo caso, di barili da scaricare e da smaltire, ce ne sono parecchi. Carlo Porcari rincara: nella prossima legislatura questo lavoro di indagine andrà avanti, perché il ‘caso’ non è chiuso. Ho provato a mettermi nei loro panni. Faccio il presidente della Giunta. Si scopre che una persona – per altro legata al mio movimento religioso – è al centro di una inchiesta molto vasta. Si tratta di un operatore che sta effettuando tutte le principali bonifiche di aree dismesse per conto dello Stato, della Regione e degli enti locali. La moglie di uno dei miei migliori amici, per anni mio ‘secondo’ in Regione, viene messa in carcere e patteggia, riconoscendosi colpevole e restituisce allo Stato quasi un milione e mezzo di euro. Due assessori a me molto vicini sono in società con la moglie del mio amico e ex-assessore. Bene. Posso non dire nulla? Mi sarei dovuto tutelare, come figura pubblica, come rappresentante dell’ente, come presidente della Regione. Autotutela, quindi? No, autoassoluzione. E pensare che il protagonismo della Regione enfatizzato ogni volta che si può e negato ogni volta che le cose vanno male, malissimo, come in questo caso. Non c’è stata alcuna condanna, ma nemmeno alcuna preoccupazione, da parte di chi attualmente governa la Lombardia. Grossi probabilmente era un imprenditore islandese o, forse, marziano, perché nessuno sembra conoscerlo ora. La Regione non c’entra. E invece ha fatto da player, come riconosciuto nel corso delle audizioni della commissione d’inchiesta. Totale impossibilità di rendere tracciabili le decisioni, procedure che variano da provincia a provincia, costi a carico dei contribuenti fuori controllo. Siti di interesse nazionale (disinteresse?), dice la relazione di maggioranza: e il federalismo delle responsabilità dov’è finito? L’unica amministrazione che non è mai cambiata, fin dal paleolitico, è quella di Formigoni. Nel frattempo, si sono avvicendate maggioranze diverse al governo, nelle province e nei comuni. Eppure non sentono alcuna responsabilità, i nostri: controlli che non funzionano, conflitti d’interessi più o meno visibili, oligopoli (per non dire, monopoli), ritardi clamorosi, sanzioni europee. L’assessore non partecipa ai lavori della commissione d’inchiesta, viene per scusarsi, l’ultimo giorno, per non aver potuto partecipare, e in aula, quattro giorni dopo, nemmeno si presenta. Formigoni stava inaugurando qualcosa e non c’era nemmeno lui. Eppure Santa Giulia era un’operazione straordinaria, no? Eppure in commissione ambiente assessori e dirigenti regionali sono venuti più volte a spiegarci la bontà dell’intervento sull’area Sisas di Pioltello, tanto da arrivare a immaginare di premiare un ritardatario con 12 milioni di euro aggiuntivi e la possibilità di costruire un centro commerciale: l’ennesimo, anche non su quell’area, ma in altro comune. À la carte: quella di credito. In più, fideiussioni che non vengono escusse e garanzie che non vengono date, lettere in cui "il bonificatore di tutte le bonifiche" dice: non so dove metterli, non ho siti. Forse poteta provare con un sito web. La Regione aiuta, non sospetta, attende l’esito del lavoro dei magistrati. Una Regione giustizialista, insomma, e fatalista. Come se tutta questa storia delle bonifiche fosse una storia normale. Forse è questo il modello lombardo, di CL e di Formigoni. Forse è questo che ci meritiamo. Indulgenza plenaria? A questo punto, decideranno i giudici, da una parte, e i cittadini, dall’altra.

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