Comunicato stampa. Civati e Monguzzi su «Caso non è chiuso, Pd ricorra a Consiglio di Stato e manifestazione nazionale sia a Roma e a Milano». Il Tar ha semplicemente accolto la richiesta di sospensiva, non ha dato ragione a Formigoni. Il caso è aperto e potrebbe chiudersi all’indomani delle elezioni, producendo come effetto il ritorno al voto. I pasticci di Formigoni e del Pdl potrebbero gettarci in un caos istituzionale ma per noi e, crediamo, tutti i cittadini che rispettano le regole la questione più importante è che le regole valgano per tutti, o prima o dopo. Chiediamo che il Pd promuova il ricorso al Consiglio di Stato e che la manifestazione nazionale del 13 marzo sia convocata a Milano oltre che a Roma. Questo è anche quanto ci ha chiesto la totalità delle persone che ieri sono scese in piazza per protestare.
Quindi, manifestazione a Roma ma anche a Milano e resistenza anche formale. Come mi scrive Giovanni: «L’ordinanza del TAR Milano mi pare vergognosa. Sembra assolvere Formigoni. Sarebbe stato a quel punto più corretto far riferimento al decreto-legge. L’effetto sarebbe stato identico, ma non si sarebbe prestata a manipolazioni. Sembra adesso, come ex adverso si sostiene, che l’errore sia stato commesso dalla Corte d’Appello, che avrebbe illegittimamente riesaminato le firme a sostegno del listino di Formigoni. A questo punto, a mio avviso, voi compagni lumbard non dovreste fermarvi ed anzi dovreste impugnare l’ordinanza. Ma dovreste proporre anche un ricorso contro il primo provvedimento, quello con cui la Corte d’Appello aveva accolto il listino Formigoni (se salta il secondo, resta il primo). La stessa impugnativa, sempre a mio avviso, dovreste proporla cautelativamente anche in via incidentale nel ricorso Formigoni (ma prima che, come pare, il Tribunale emetta sentenza breve, cioè subito). Ovviamente, l’impugnativa, principale e/o incidentale, richiede anche la proposizione della questione di legittimità costituzionale del decreto-legge. Io non mi fermerei. Partecipino a queste maledette elezioni, le vincano pure, ma occorre ristabilire la verità ed in caso annullare anche dopo le elezioni. Ce l’impone la coscienza».
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