In effetti Formigoni ha mantenuto tutte le promesse del 1995, del 2000 e del 2005: nel senso che le proposte sono sempre le stesse. Dopo le promesse, attendiamo qualche risultato. Da chi gli succederà. Formigoni sostiene di aver realizzato il 99% dei programmi presentati negli anni scorsi, nelle tre tornate elettorali che gli imporrebbero di non ripresentarsi alle elezioni (legge 165/2004). Un «uno per cento» grande così.

Il programma del 2005 lo abbiamo realizzato al 99%, lo stesso per quello del 2000 e del 1995 e lo stesso faremo con questo.
Nel programma 2010, tra gli obiettivi anche «un progetto di housing sociale a cui parteciperanno anche i privati con un sistema di accreditamento come c’è in sanità» (aiuto!).
A proposito dei programmi degli avversari, Formigoni dice: «Quelle paginette sono intrise di pessimismo, presunto declino».

Ho pensato a cosa potrebbe corrispondere l’1% delle cose non fatte. Si tratta di un uno per cento molto corposo. Forse che Formigoni non ha abbassato i ticket (anzi), che non ha fatto andare i treni, che non ha diminuito lo smog (se non perché le auto sono diventate meno inquinanti), che non ha ridotto le liste di attesa, che non ha fatto scendere le tasse (anzi) e non ha nemmeno esentato chi ha un reddito basso dal pagamento dell’addizionale Irpef, che ha puntato sull’idrogeno e di auto a idrogeno ce ne sono quattro in tutta la Regione, che ha compromesso la bellezza del paesaggio lombardo con scelte urbanistiche del tutto discutibili, che non ha messo la banda larga (arriverà nel 2012, promette ora, dopo quindici anni di governo!), che ha diminuito i dipendenti ma ha aumentato a dismisura i consulenti, che non ha fatto nulla per l’integrazione, che non ha fatto un passo avanti sui diritti civili (anzi, siamo nel 1010, in Lombardia, sotto questo rispetto), che le emissioni di anidride carbonica, che dovevano diminuire, sono aumentate del 15% in 15 anni (altro che 20-20-20, noi abbiamo il 15-15, rovesciato, oltretutto). Ecco l’uno per cento delle promesse non mantenute.

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