Non ci posso credere. Stanno ancora contando i manifestanti di sabato, come se fosse il problema principale del nostro fragile Paese. Forse, ricontandoli, sperano che diventino di più, perché erano proprio pochini. Nelle ultime giorni, hanno litigato anche con la Questura tanto che è stato necessario l’intervento del ministro dell’Interno. E il bello è che governano loro. Dal momento che sono loro “quelli che contano”, propongo altre cose da contare (fatelo anche voi):
Il numero di disoccupati e cassaintegrati della “crisi che non c’è”.
Le leggi ad personam per gli affari personali (appunto) di B.
Le sedute in Parlamento buttate via per discutere delle suddette leggi ad personam.
I microgrammi per metro cubo delle polveri sottili a Milano.
Le emissioni di anidride carbonica e il loro aumento in questi anni.
Il numero di inquisiti nelle liste nel Sud (e anche in Lombardia).
I manifesti abusivi che stanno mettendo dappertutto.
I soldi spesi per la campagna elettorale (il limite è di circa 40.000 euro, come si fa a fare così tante cose?).
I precari che hanno perso il lavoro senza alcuna protezione.
Gli stranieri in attesa di permesso di soggiorno per colpa della burocrazia e i ‘clandestini’ che in questi dieci anni non sono riusciti a ‘fermare’.
Il numero delle centrali nucleari (e, già che ci siamo, anche i siti dove saranno collocate, prima delle elezioni, però).
I mesi di inutile attesa per la votazione della legge contro il testamento biologico.
I soldi regalati alle scuole private e ai ricchi e sottratti, in Lombardia, al diritto allo studio di chi ne ha bisogno.
I soldi non dati ai Comuni, in questi anni, e dall’abolizione dell’Ici (per i benestanti), in particolare.
I consulenti che lavorano per la Regione Lombardia e il numero di ‘amici’ beneficiati in questi anni.
Anche questi sono conti. E, come quelli di sabato, non tornano.
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