Da una veloce analisi del Centro Elaborazione Dati di Fausto Perego, possiamo dire che l’astensione proviene soprattutto da destra. Nei Comuni dove vince il centrosinistra, dalle mie parti, l’astensione è più contenuta. Così è anche nei luoghi (comuni?) dove vince la Lega. Questo è il dato: la disaffezione nei confronti del Pdl si orienta verso la Lega e verso l’astensione. Vedremo in quale misura. Il paradosso leghista colpisce ancora: la Lega prende più voti, anche se (anzi, proprio perché) non mantiene quello che aveva promesso. In più, non dimenticate di aggiungere che, nonostante governi da vent’anni, raccoglie numerosi consensi “contro il sistema” politico. E in Lombardia si sente particolarmente, perché è la Lega è considerata l’antidoto a B da parte di molti elettori: elettori che votano la Lega e, quindi, B, ma per non votarlo. C’è del genio in tutto questo che è perfettamente coerente, scusate il gioco di parole, al nostro genius loci: la Lombardia vive da tanti anni con sofferenza la politique politicienne, non si fida (a torto o a ragione) dei politici, ha una lettura molto bassa del discorso politico. E la Lega, che in questa campagna elettorale sul ‘territorio’ si è vista molto poco, e anche nei seggi, non ha più nemmeno bisogno del gazebo (lo volete capire, amici del Nazionale?!), perché le bandiere e i gazebo sono ‘piantati’ nella testa delle persone. Resta da chiedersi perché il Pd questo tema non se lo sia ancora posto con sufficiente determinazione. Speriamo che il candidato segretario che parlava al Nord, e che è stato eletto segretario anche per questo, dimostri, fin da stasera, di avere almeno parzialmente invertito la ‘rotta’ (termine da leggersi nella sua doppia accezione).
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