na piccola cosa che spero però di non dover ripetere: il web è amico dei gazebo, dei volantinaggi e del porta-a-porta. Non nemico, amico. Non discrimina, il web, predispone strumenti da usare in piazza e nei circoli. Anche nelle bocciofile. Questi strumenti e questi argomenti il web li precisa, consente di realizzarli da un capo all'altro del pianeta, di premiare chi ha argomenti anche se si trova in provincia di Potenza.
Obama ha fatto così. Ha costruito un database e ha condiviso cose fatte bene, il suo carisma e la sua proposta, sfruttando il lavoro di milioni di persone che prima si erano incazzate contro l'amministrazione Bush, poi hanno ritenuto, per una volta, di potersi fidare di qualcuno. Prima il movimento, poi il leader e il suo progetto di governo, quindi. Anche se non abbiamo Obama, qui da noi, è il caso – almeno – di non fare il contrario.
Per chi ancora non se n'è fatto una ragione, consiglio la lettura di Marco Aime e Anna Cossetta, Il dono al tempo di Internet, Einaudi. Innanzitutto, per i dati: 24 milioni di "utilizzatori finali" del web, circa 6 milioni si connettono dal telefonino. Alla domanda: «la Rete è diventata una parte integrante della vostra vita?», solo il 5% considera internet poco rilevante (probabilmente sono i dirigenti del Pd a rappresentare quel 5%), il 2% per nulla rilevante, mentre il 19,8% la reputa abbastanza rilevante e il 73% molto rilevante. Spero che sia chiaro che la rete non è elitaria, ma lo è chi sostiene che lo sia.
In secondo luogo, Aime e Cossetta spiegano: «Cooperazione e condivisione sono due parole chiave sulla Rete» e a me viene da pensare che un tempo lo erano anche per la sinistra. Si parla di wiki (che vuol dire rapido) e si parla di copyleft, che c'ha dentro l'idea della condivisione e della sinistra, a ben guardare. Serve per correggersi, la Rete, all'insegna del detto: «given enough eyeballs, all bugs are shallow» (Raymond), ovvero con abbastanza occhi, gli errori sono facili da trovare. Già. Tutto molto orizzontale, poco gerarchico, aperto e condiviso.
Pensate alla politica italiana. Sotto il profilo culturale, intendo, ma anche dal punto di vista eminentemente organizzativo. Chi separa il web dai gazebo è come chi separa il lavoro di denuncia e di opposizione da quello di proposta e di iniziativa politica. Non a caso spesso si tratta delle stesse persone. E chi dice che l'anziano che non ha il computer è penalizzato dall'uso della Rete, sbaglia due volte. Perché quello che si trova in Rete si può scaricare e consegnare (condividere) anche con l'anziano senza computer, esattamente come è necessario scaricare quelli che ancora diffidano di un mezzo che usano quasi tutti. E che, non a caso, mentre noi siamo distratti dal famoso dibattito interno, B ha già iniziato a usare, ben prima di aprire la propria pagina su Facebook.

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