Siamo in aula. Si vota il progetto di legge sulla riforma degli Ato. Nel frattempo, proprio ora, a Palazzo Chigi, il governo sta discutendo la proroga dei termini della riforma, rinviando di un anno la data di scadenza. Però in Lombardia, la stessa maggioranza, non ci sente. Non le interessa aspettare la sentenza della Corte costituzionale a cui ha fatto ricorso la Regione Veneto (ancora una volta espressione della stessa maggioranza. Non vuole attendere i risultati del referendum chiesto da un milione e mezzo di cittadini, un quinto dei quali sono lombardi. Non vuole sapere nemmeno cosa deciderà il governo B. No, la Lombardia vuole andare avanti. Ed essere, per quanto riguarda la disciplina "privatizzazione dell'acqua", la prima della classe. Del resto, la classe non è acqua. Appunto.
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