Quello che penso su Mirafiori e dintorni, senza avere la pretesa di essere conclusivo. Perché sono preoccupato, ma è anche vero che prima o poi i cosiddetti 'rottamatori' si sarebbero dovuti confrontare con il problema dell'auto.

Penso che abbiamo perso vent'anni, al solito, anche sotto il profilo della famosa modernizzazione del sistema produttivo e del passaggio dal capitalismo familiare (e familistico) all'internazionalizzazione di tutto, dei destini delle imprese e anche della vita del singolo lavoratore. Che potrebbe essere un'opportunità, se solo venisse colta nella sua complessità.

Penso che non è un derby tra Fiom e Marchionne in cui il Pd non sa da che parte stare, perché il Pd potrebbe condividere alcune cose e rifiutarne delle altre e perché non è questo il punto.

Penso che dire che cosa farei io al posto degli operai della Fiat è insultante e sbagliato.

Penso che quando si parlava di Pomigliano, tutti a farne la caricatura, perché erano 'terroni' e non avevano voglia di lavorare.

Penso che chi chiedeva cautela avesse ragione e forse è evidente ora che si parla del tempio della cultura operaia del Pci e della sinistra italiana (e c'è sempre l'articolo 40 della Costituzione, da qualche parte).

Penso che sia un brutto accordo, quello di Torino, e che ce ne siano in giro di migliori, in Italia, e non perché siano meno impegnativi, ma perché contengono clausole e impegni ben diversi. Perché il contributo che i sacrifici dei lavoratori rendono alla redditività aziendale è riconosciuto e compensato, in termini monetari e anche in termini di adeguati turni di riposo.

Penso che non si può partire da un caso specifico per riformare una partita così delicata. E penso che ragionare sotto ricatto non è mai la cosa migliore. 

Penso che la questione produttività vs. diritti è mal posta, così, ed è soltanto una parte del problema, perché per essere competitivi ci vuole qualcosa in più.

Penso che se fosse la Chrysler direttamente, senza la retorica provinciale della Fabbrica Italia (che a me ricorda quell'altra fabbrica, quella che vola), i giudizi sarebbero molto più cauti.

Penso che è una multinazionale e forse ci vorrebbe l'Europa, finalmente, a dire alcune cose sui rapporti tra le economie nazionali e la dimensione multinazionale, sulle imprese e sui diritti.

Penso en passant che i toni di Marchionne degli ultimi giorni siano proprio stronzi.

Penso che se si vuole il modello tedesco (e per una volta non si parla di sistema elettorale) allora bisogna parlare anche di chi partecipa al consiglio di sorveglianza e qual è il ruolo delle maestranze nella direzione dell'azienda. Perché la Mitbestimmung potrebbe essere una chiave. E a Mirafiori non lo è stata, anche se ora la Cisl dice che magari.

Penso che se si parla di modello americano, bisognerebbe fare qualcosa per la partecipazione azionaria dei dipendenti. Non dopo, prima di chiudere gli accordi e di disegnare presunti nuovi modelli per il Paese. 

Penso che altre cose ancora dovrebbe essere la politica a porle, altrimenti la politica non serve a nulla.

Penso che se il governo non fa niente, sulla base di un calcolo e non di un formale «lasciare alle parti sociali il compito di discuterne», è l'opposizione a dover prendere l'iniziativa.

Penso che vorrei saperne di più degli investimenti del gruppo Chrysler-Fiat perché mi pare che con il passare dei mesi si siano parecchio ridimensionati.

Penso che il problema sia se riusciamo ancora a produrre auto e soprattutto se siamo competitivi producendo queste auto.

Penso che anche il tema della ricerca da qualche parte lo si dovrebbe anche porre.

Penso che bisogna stare attenti a come si legge l'art. 19, perché i lavoratori devono essere compiutamente rappresentati e che è ora che il Parlamento faccia qualcosa in proposito, anche alla luce delle proposte del Pd.

Penso che il segretario del Pd debba farsi sentire più degli altri, perché Chiamparino e Marchionne sono la stessa persona, ma la direzione politica del partito compete al suo leader.

Penso che se non si esercita la leadership, se non se ne discute con gli alleati, hai voglia poi a parlare di Terzo Polo e di congelamento delle primarie.

Penso che non si debba tornare al '93, ma che ce ne voglia uno nuovo, con uno schema rinnovato, in cui la responsabilità sia assunta da tutte le parti in causa. E che la politica, se vuole un ruolo, in Italia e in Europa, lo debba interpretare, ora o (quasi) mai più.

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