Ci siamo inventati il dibattito sulla bandiera della Lombardia e sulla festa lombarda. Che non sono una novità, perché già contemplate dallo Statuto regionale, in vigore dal 2008. Ma tanto l'informazione, si sa, è quella che è.
In compenso, è degno di nota rilevare che la bandiera della Lombardia sarebbe la bandiera di Milano, sventolata in aula da un consigliere monzese (vergogna). Una curiosa riduzione centralistica della simbologia, mentre un simbolo, noto universalmente, la Regione già ce l'ha. Ed è la rosa camuna, ancora più antica, nel riferimento, della tutto sommato recente Lega Lombarda (con Pontida, la Compagnia della Morte, il Carroccio e tutto il resto).
Lo stesso si può dire della data prescelta per i festeggiamenti della Lombardia – perché quelli nazionali non vanno bene, quelli lombardi sì. Il giorno lombardo per eccellenza sarebbe il 29 maggio, giorno della battaglia di Legnano. Data in cui, direi da monzese, ero alleato con il Barbarossa e non con Milano (anche perché la mia città era, del Barbarossa, la prediletta e, proprio dopo Legnano, perse l'indipendenza dall'"odiata" Milano).
Insomma, nel 2011, anziché duplicare simboli e strumentalizzare il passato, combattendo da "risorgimentali stravolti" il Risorgimento, forse sarebbe il caso di chiedersi come fa la Lombardia a guidare l'Italia nelle sfide internazionali. Anche perché la Lega lombarda era interregionale, diremmo oggi, e dal sapore nazionale. Ciò vale per tutto l'anno, non un giorno solo.
Ascoltando Verdi che, nonostante il cognome, non era 'padano'.
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