Molta ironia ha accompagnato la milionaria raccolta di firme promossa dal Pd. Come sapete, non sono d'accordo con chi ha liquidato l'iniziativa e l'ho sostenuta (firmando ad Arcore, tra l'altro) perché mi sembrava che il Pd finalmente si mobilitasse, uscendo dal Palazzo e da se stesso, alla ricerca di un contatto diretto con i propri elettori (e magari anche con qualche altro cittadino, incuriosito dalla mobilitazione, deluso dal ventennio che si sta per chiudere, speriamo).
Poi le cose potevano essere fatte meglio, certo, associando alla richiesta di dimissioni un messaggio positivo e propositivo del Pd. Tutti sapevano, del resto, che le firme non avrebbero comportato le dimissioni di B, ma le code ai banchetti e la partecipazione corale della 'base' hanno dimostrato che lo strumento non era stato scelto male.
Ora, come proposto da Termometro Politico, sarebbe il caso che il Pd non chiudesse i moduli in una teca, con una soluzione di tipo museale. Sarebbe importante che i dieci milioni di firmatari diventassero dieci milioni di interlocutori: per le amministrative (comune per comune, provincia per provincia) e per i referendum che, come scrive Stefano Folli, oggi, sul Sole, potrebbero cambiare il destino del Pd. Non solo destinatari di un messaggio, ma parte attiva di una sfida politica che si allunga nei tempi e deve trovare modalità diverse da quelle seguite in passato se vuole essere convincente.
Quelli di Termometro parlano di microtargeting, all'insegna di una politica che non divide l'elettorato adottando come unico metro la scelta di partito (gli elettori dell'Udc, quelli di Sel), ma si rivolge agli elettori in un modo politicamente più ampio e, insieme, più approfondito.
Se mi è consentita una battuta, anziché inseguire Casini (ormai, come è noto, siamo allo stalking), dovremmo frequentare questi cittadini, che hanno dimostrato di rispondere al nostro appello. E costruire con loro qualcosa di diverso.
Mi sembra, questo – oltre alla riduzione delle famose lenzuolate di proposte a tovaglioli più maneggevoli (tascabili e take away) – l'unico modo per aprire un fronte verso l'astensionismo consapevole e ipercritico che sembra accompagnare tutti gli schieramenti, ma soprattutto il nostro.
La pars destruens la conosciamo bene, insomma: ora si può (si deve) passare alla pars construens, aprendo una sfida a tutto campo. Per una volta, non si ricomincia da tre, ma da dieci milioni. E si ricomincia da un Pd, protagonista e aperto, come chiedono tanti elettori. Volevo dire tutti.
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