Dopo Pierfrancesco Majorino e Carlo Monguzzi e il candidato sindaco Giuliano Pisapia, anche il capolista del Pd Stefano Boeri raccoglie e rilancia l'invito alla grande mobilitazione del 7 maggio.
Dalla provincia milanese, dalle città lombarde, da Pisa e dall'Emilia, da Roma e dal Sud stanno già arrivando le prime adesioni.
La riunione operativa con il gruppo dirigente del Pd milanese si terrà martedì e daremo immediatamente informazione a tutti di come si svolgerà la nostra giornata di mobilitazione.
Chi fosse interessato, può iniziare a rilanciare l'appello che trovate qui sotto:
Sabato 7 maggio, tutti a Milano!
Pare che Berlusconi tornerà a Milano per l'ormai tradizionale comizio-sproloquio che ci propina da vent'anni. Starà in centro, al centro di un palco monumentale e, come sempre, al centro dell’attenzione.
E allora, a Milano, andiamoci tutti. Rovesciamo lo schema, però: perlustriamo la città, incontriamo le persone, frequentiamo i quartieri meno patinati, dove le persone vivono e lavorano. Ascoltiamo i cittadini e discutiamo con loro del futuro della città e del nostro Paese.
L’appello è semplice, correrà su Facebook ma è antico nelle intenzioni e nel messaggio: tutto il Pd, ma proprio tutto, iscritti, militanti, simpatizzanti e dirigenti, a far campagna a Milano, il 7 maggio 2011, l'ultimo sabato utile prima del voto.
Un banchetto, un volantino, un incontro, a sostegno di chi è già impegnato in città, in collaborazione con i circoli e con i candidati che si stanno spendendo, con grande entusiasmo, per vincere. Con sobrietà e determinazione, all’insegna di un progetto politico e amministrativo intorno al quale si è unito tutto il centrosinistra.
Un grande appuntamento pacifico e democratico, quartiere per quartiere, piazza per piazza. Per sostenere la sfida di Giuliano Pisapia e dei cittadini impegnati in una sfida elettorale che qui si perde da un ventennio.
Per parlare di Expo, di urbanistica, di lavoro, di buona amministrazione, proprio quella che Letizia Moratti non ha saputo garantire quasi a nessuno.
Per discutere di convivenza e di sicurezza, nella più grande città del Nord.
Per ritornare a parlare di lavoro nella sua capitale tradizionale, in cui moltissimi hanno conosciuto in questi anni momenti di incertezza e di difficoltà.
Per capire come la politica può tornare a guidare l’Italia, dopo anni di confusione, di risultati pessimi e di divisioni che rischiano di diventare insanabili.
Qualcuno invita a non politicizzare la sfida, perché Berlusconi ha scelto Milano (con la solita dose di furbizia, Bologna e Torino erano più ‘difficili’ per lui) per rilanciare il proprio mandato in crisi da un anno.
Noi sappiamo però che la battaglia milanese è già politica di suo e per motivi molto più seri. Il Pd non può mancarla, perché Milano ci riguarda.
Riguarda le centinaia di migliaia di lombardi che ci lavorano e ci vivono durante il giorno, riguarda il Paese, la sua economia e le sue ambizioni. E riguarda, da ultimo, ma non certo per ultimo, il sistema politico, perché Milano è stata scelta come simbolo di un’intera stagione, che non ha fatto bene alla città e nemmeno al Paese.
Cambiare si può. Cambiare si deve. Tutti insieme. Ci vediamo a Milano.
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