Locorotondo. Nei vicoli, tra le cummerse, un bambino gioca con la sorellina. Mi vedono passare e si dicono: quello è tedesco (minuscolo), non capisce. Poi però il piccolo mi avvicina, per assicurarsi che io sia proprio tedesco. Quando scopre che non lo sono, lui, capelli rossi e lentiggini, mi chiede da dove vengo. Dice che si chiama Martino. E mi dà la mano, e mi dice solenne: da oggi saremo amici per sempre. Poi mi saluta, quasi benedicendomi: ora puoi riprendere il tuo viaggio. E girandosi verso la sorellina, aggiunge: no, non era tedesco.
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