Non sono piaciute le dichiarazioni di ieri di Filippo Penati. Di fronte alle motivazioni del Gip, ha parlato del «crollo», anzi, dello «sgretolamento» delle accuse che gli sono state rivolte. Le carte del Gip, però, sono durissime e come tali andrebbero valutate.
Gli elettori del centrosinistra si aspettano qualcosa di diverso. E di più rigoroso. Penati si dice certo di poter dimostrare la propria estraneità alle vicende che gli sono contestate. Caduta la concussione, è tenuto a dimostrare che anche le accuse di corruzione non sono motivate.
Per farlo ha di fronte, ora, a un mese dall'inizio di questa vicenda, una serie di scelte da compiere.
A mio modesto avviso, il messaggio più forte e inequivocabile sarebbe la rinuncia alla prescrizione, presentata con la sobrietà di toni che avevano contraddistinto le sue dichiarazioni alla fine di luglio, quando si dimise dalla vicepresidenza del Consiglio regionale e da tutti gli incarichi di partito.
Tocca al politico, che non è un semplice cittadino, una simile assunzione di responsabilità, perché le ombre del passato non si proiettino, inevitabilmente, sul futuro.
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