http://youtu.be/5ZHja2xPZfA
L’altra sera, ascoltando Rutelli in tv, sono caduto dal divano. Parlava di rimborsi elettorali che la Margherita avrebbe percepito anche in Molise nel 2011. Ho cercato conferma, ma gli amici mi dicevano che quel passaggio me l’ero sognato. Possibile, di questi tempi. Poi, invece, sono andato a controllare, e il passaggio c’era. Eccome, se c’era. Anzi, Rutelli spiegava che continuavano a vivere addirittura i quattro partiti fondatori della Margherita (che risale al 2002). Forse, andando à rebours, scopriremmo che anche guelfi e ghibellini, in questo Paese, hanno continuato a conservare una loro struttura organizzativa.
Oggi leggo il pezzo di Annalisa Cuzzocrea su Repubblica e trovo l’ennesima conferma: nel 2011, a quattro anni dalla nascita del Pd (che risale all’ottobre del 2007), c’erano ancora sia i Ds sia la Margherita. Proprio in Molise. Lo testimoniano i rimborsi elettorali: 32 mila euro ai Democratici di Sinistra, 37 mila per la Margherita, che evidentemente ha ottenuto un risultato migliore (sic).
Ai due partiti, fino all’anno scorso, sono andati i rimborsi elettorali per le elezioni del 2006, la propria quota del rimborso del raggruppamento Uniti nell’Ulivo e dell’Unione, la coalizione del centrosinistra di quell’anno. E hanno mantenuto senza troppi imbarazzi una propria autonomia finanziaria, come si può notare osservando che il Pd paga l’affitto alla Margherita per la propria sede nazionale (3 milioni di euro).
Siccome stiamo parlando di partiti politici, un problema c’è, ed è grande come una casa. Anzi, come una sede. Perché è del tutto evidente che, sottotraccia, c’è qualcuno che continua a contare molto più di altri, nella famosa vita democratica del nuovo partito.
Gli elettori del Pd più sensibili si stanno ponendo alcune domande, a cui forse qualcuno – senza offendersi, come al solito – dovrebbe iniziare a dare qualche risposta.
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