Caro Presidente del Consiglio,
mi rivolgo a lei, dal mio piccolo osservatorio in Brianza, per raccontarle una storia.
Si tratta della vicenda dell’Alcatel Lucent, una multinazionale che conta 2200 dipendenti in Italia, di cui 1250 a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza.
Il piano dell’azienda per il 2012 prevede una riduzione dei costi di 500 milioni di euro e di quasi 500 lavoratori, di cui 400 a Vimercate.
Ci sono due aspetti da considerare: i lavoratori in questione sono quasi tutti ricercatori e la delocalizzazione produttiva non riguarda in questo caso, come spesso avviene, Paesi più competitivi sotto il profilo del costo del lavoro, perché Alcatel Lucent si dichiara intenzionata a disinvestire in Italia per ‘ritornare’ in Francia e qualcuno dice per investire negli Stati Uniti d’America.
La storia dell’Alcatel Lucent, insomma, oltre a segnalare l’ennesimo caso nel quale una multinazionale cambia Paese senza che ci siano se non ricadute negative, ci parla della difficoltà dell’Italia di collocarsi all’avanguardia nel settore tecnologico e della necessità di investire con forza nell’alta tecnologia e nel digitale, «con investimenti – come scrivono i lavoratori – che rimettano in moto nel nostro paese attività in un settore strategico per tutti, ma in agonia da troppo tempo».
Ecco perché ci attendiamo da lei e da chi governerà il Paese in futuro una svolta e un nuovo percorso, che proprio al futuro sia rivolto con convinzione.
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