Pietro ha ragione: anche senza voler competere con il presidente degli Stati Uniti ed emularlo, qualcosa potremmo fare anche noi.

E potremmo farlo partendo dai grandi database di cui disponiamo, che sono quelli delle primarie: strumenti formidabili, attraverso i quali potremmo mappare fin d’ora disponibilità e competenze dei nostri elettori, dando protagonismo, attraverso i data, alla nostra base, sempre più irrequieta e giustamente impaziente. E coinvolgerla nella preparazione, elaborazione e progettazione della prossima campagna elettorale.

Troppo spesso accade, a ogni livello, che gli archivi delle primarie siano inutilizzabili, non digitalizzati, e soprattutto archiviati in una teca e conservati presso il Sacro Graal. Un tesoro da tutelare, sotto il profilo dell’opportunità politica e della gestione di dati sensibili, certamente, che però perde il suo valore, e le sue straordinarie potenzialità.

Dopo la vittoria di Sucate, i referendum e i tweet del finto Alemanno, la rete è diventata popolare anche nella politica italiana, che ha cercato di starne alla larga per più di un decennio. Ora serve quel passo in più che ancora manca alla politica italiana: passare a una campagna social e, quindi, nella traduzione italiana, democratica.

Una campagna più orizzontale e tecnologica, per dare verticalità e forza alle azioni offensive del Pd e del centrosinistra. Che non si sostituisca al porta-a-porta e al banchetto in piazza, ma che dia continuità e qualità alla mobilitazione e all’iniziativa.

Quando andai a trovare Obama (si fa per dire) nel 2008, i volontari dell’Illinois (già vinto) erano invitati a fare propaganda politica nel vicino Stato dell’Indiana (da conquistare). Organizzati sul web, davano i loro riferimenti e le loro disponibilità e venivano contattati, ricevendo, a loro volta, l’elenco delle vie da perlustrare e i campanelli da suonare. Una soluzione da Pci emiliano, solo con l’aggiunta del computer e della rete.

Tutte cose che si possono fare anche qui da noi, con investimenti non esagerati, oltretutto. Che ne dite di iniziare dalla prossima campagna, quella delle Amministrative 2012, senza perdere altro tempo, senza lasciar passare un altro secolo?

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