Se quello che scrive l’Espresso è vero, ci toccherà fare qualcosa di diverso.
Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché in Italia ci fosse un soggetto politico capace di guidarci nella Terza Repubblica, non di tornare alla Prima con i protagonisti della Seconda.
Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd, perché era un partito democratico fondato sul bipolarismo e l’alternanza. Perché il Pd è stato da sempre a favore di un sistema elettorale che restituisse ai cittadini la possibilità di scegliere e di sapere da subito chi avrebbe vinto e chi perso.
Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché si impegnava a organizzare il centrosinistra, cercando di dare un profilo di governo coerente alle iniziative della società civilissima, dandosi un profilo rappresentativo di tutte le sensibilità progressiste del Paese e di quelle cattolico democratiche, sulla base di un dettato laico e liberale per quanto attiene la condotta dei singoli.
Se tutte queste condizioni venissero a mancare, non ci sarebbe più non già questo o quel Pd: non ci sarebbe più il Pd. È il caso che gli strateghi se ne rendano conto, perché gli elettori se ne sono accorti già. E stanno già pensando di organizzarsi di conseguenza, per fare quello che avevamo promesso (a noi stessi e agli altri) di fare.
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