Non riesco a partecipare, e me ne scuso, all’evento in programma questa sera, a Milano.
Ho letto, però, il documento, e ne condivido soprattutto due passaggi e mi interessa sottolineare due sensazioni che mi hanno accompagnato, nel leggerlo: che le linee di frattura all’interno del Pd non siano né quelle tradizionali, né quelle dell’ultimo Congresso. Perché tutto si è complicato, negli ultimi mesi, rendendo difficilmente percorribile sia un ritorno al passato (a cui guardano alcuni con molta chiarezza), sia un richiamo alla maggioranza congressuale, che è molto cambiata, nei fatti, rispetto al 2009. L’altro aspetto che apprezzo, di questa iniziativa, è il desiderio – e, spero, l’intenzione – di superare gli schieramenti di corrente e le prese di posizioni avite, per guardare avanti.
Solo così il Pd, a Milano e non solo, può fare e farsi del bene.
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