Dopo avere buttato via vent’anni, Stefano Catone e OntheNord ci portano fuori dalla nebbia, con un bando di idee per riformulare la proposta politica del Pd al Nord. Eravamo ripartiti da Varese, a fine gennaio, come ricorderete. Il viaggio continua. Partecipate anche voi.
Il seguente è un piccolo bando. Un contratto a tempo, e a tema. Perché in questa campagna elettorale lunghissima il tempo inizia a scarseggiare e bisogna lavorare sulle cose, da subito. Per questo motivo riprendiamo in mano i fili del lavoro cominciato a Varese il 28 gennaio, con “Giù al Nord”, per una campagna estiva in campagna, sotto il cielo di Lombardia, e Veneto. Densa di contenuti, ricca di buoni esempi e di tutte le cose che ci sono da fare.
Tre i temi principali. Il lavoro e l’impresa, a cui dobbiamo dare ragione, contro le rendite di ogni tipo, fatte di ritardi, accordi, favoritismi, meccanismi oliati dalla corruzione, e contro i patrimoni che diventano patrimoni sempre più grandi, per premiare il salario e chi rischia con il proprio lavoro.
Il rapporto tra centro e periferia dello Stato, che si chiama patto di stabilità, che sono i piccoli comuni costretti a fare cassa svendendo il territorio, che si chiama anche spending review.
Infine, il tema della rappresentanza, che passa attraverso la riforma dei partiti e del loro finanziamento, una politica più sobria, capace di valorizzare i beni comuni e di fare del lavoro – anche quello dei Piccoli – un bene in comune, di promuovere la partecipazione alla vita pubblica, perché c’è bisogno del partito di chi non è iscritto a nessun club, di quelli che non hanno cricche – e sono tanti, in questo Paese.
A partire da questi tre temi, vi chiediamo un piccolo contributo, e soprattutto un grande sforzo di immaginazione, lungo più o meno una cartella. Perché una volta snocciolati i dati, abbiamo bisogno di raccontare la storia dell’Italia che lavora e che ce la farà, con parole nuove. Le parole che muovono da un approccio cooperativo, fatto di relazioni che arricchiscono, fatto di capitale umano e innovazione, e non di muri che separano e si limitano a conservare, in maniera miope, quel che c’è. Fatto anche di passione e di simboli, che non siano le ampolle e i matrimoni celtici, ma i mulini che trasformano il vento del cambiamento in prodotto finito, per dire.
Scriveteci, cercateci. Rispondiamo alla mail [email protected]. E ascoltiamo tutti, perché abbiamo molto da imparare. E ci piacciono le lezioni, prima delle elezioni.
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