Nessuno sembra notare che si tratta di ragazze, e che la scuola sia dedicata alla moglie di Falcone, e che questo dia alla vicenda un significato ancora più duro e violento.

Sembra una bomba volutamente spettacolare: i vent’anni dalla strage di Capaci, la scuola dedicata a quella persona e a quella strage, una scuola che allora si mobilitò, mi ha raccontato Michele Emiliano, in una grande manifestazione, e che da allora è diventata una scuola simbolo dell’antimafia.

La carovana antimafia in arrivo oggi. Il momento del Paese, le analogie con il 1993, l’emozione e l’emotività.

Che ci sia qualcosa di ‘strano’, se così si può parlare di un evento che è difficile definire e delicatissimo classificare, è evidente: la pista della mafia locale è già in dubbio, perché la Sacra Corona Unita, se così fosse, avrebbe compiuto un gesto autodistruttivo. La pista mafiosa più generale farebbe pensare a una sorta di diversivo delle organizzazioni più potenti. Ma anche questa è una pista ancora dubbia.

Qualcuno evoca la strage di Stato, altri parlano di un gesto folle, i più esperti esprimono la grande preoccupazione che non sia un gesto isolato.

Altri, fanno riferimento ai ballottaggi di domani e a come cambieranno le cose (o non cambieranno).

La sensazione è che questa sia una storia orribile anche perché la matrice non è chiara.

Riconoscerlo non significa voler seminare il panico, ma assumersi profondamente la responsabilità civile a cui tutti siamo chiamati in questo momento.

Evitando, se si può, di azzardare dichiarazioni avventate, come quelle che si sono sprecate nel corso della giornata. E cercando di informare il più possibile e di coinvolgere i cittadini per quello che ciascuno di noi potrà fare.

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