Ho scoperto che quando Bersani dice di volersi alleare con i moderati (lui rappresenta i progressisti) vuole intendere quelli come me (tutti pensavano a Casini o a LCdM, ma si sbagliavano…).
Perché un moderato pensa che Formigoni, per esempio, non lo sia, soprattutto negli ultimi tempi.
Perché un moderato chiede il rispetto della legge, prima di tutto, e pensa che Lusi non lo sia stato, in questi anni, un moderato.
Perché un moderato chiede, prima di tutto, la misura. Come diceva un antico moderato (Protagora), il moderato di oggi la chiede per le cose che sono (le incredibili disuguaglianze che il nostro Paese conosce) e per quelle che non sono (e ce ne sono migliaia, in Italia, di cose che non sono).
Perché un moderato è attento alle proporzioni, e allora si chiede come mai i salari siano diminuiti e gli stipendi di alcuni (anche i politici, anche i manager pubblici e quelli privati aiutati dallo Stato) siano aumentati.
Perché un moderato pensa che abbiamo esagerato con il consumo di suolo, per parlare delle nostre città. E delle nostre campagne, o di quel che ne rimane.
Perché un moderato pensa che ci sia uno squilibrio tra coloro che pagano troppe tasse e coloro che ne pagano troppo poche, anche al di là dell’evasione (con ciò, mi riferisco alla questione della patrimoniale e alla necessaria riduzione delle tasse per chi lavora e produce).
Perché un moderato è convinto che i toni altisonanti spesso nascondano la vuotezza delle parole.
Perché un moderato non vuole annunci, ma risposte e soluzioni, anche piccole, modeste e moderate.
Perché un moderato, per dirne una, pensa che lo scudo fiscale non vada bene per niente, ma un accordo con la Svizzera sia necessario.
Perché un moderato non trova moderato costruire decine di nuove autostrade, senza soldi e spesso senza motivo, e gli piacerebbe veder realizzare con i soldi dei contribuenti come lui (moderatissimi) opere più moderate (come quei treni, a velocità moderata, che il moderato vorrebbe fossero semplicemente frequenti e puntuali).
Perché un moderato è un moderato, ma in Italia corre il rischio di sembrare un rivoluzionario. Di quelli implacabili.
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