Ve lo ricordate Gadda? Certo che ve lo ricordate.
Di ville, di ville!; di villette otto locali doppi servissi, di principesche ville locali quaranta ampio terrazzo sui laghi veduta panoramica del Serruchon – orto, frutteto, garage, portineria, tennis, acqua potabile, vasca pozzonero oltre settecento ettolitri: – esposte mezzogiorno, o ponente, o levante, o levante-mezzogiorno, o mezzogiorno-ponente, protette d’olmi o d’antique ombre dei faggi avverso il tramontano e il pampero, ma non dai monsoni delle ipoteche, che spirano a tutt’andare anche sull’anfiteatro morenico del Serruchon e lungo le pioppaie del Prado; di ville! di villule!, di villoni ripieni, di villette isolate, di ville doppie, di case villerecce, di ville rustiche, di rustici delle ville, gli architetti pastrufaziani avevano ingioiellato, poco a poco un po’ tutti, i vaghissimi e placidi colli delle pendici preandine, che, manco a dirlo, «digradano dolcemente»: alle miti bacinelle dei loro laghi.
Oggi potremmo dire la stessa cosa dei centri commerciali, e le lunghe teorie di strutture spesso improbabili lungo le arterie stradali, e dei capannoni in mezzo alla piana, tristemente abbandonati in molti casi.
Dopo la mitica Sucate, ora tocca a un nuovo toponimo lombardo: Scusate. Perché la politica, anche quella locale, soprattutto quella dei Comuni più piccoli (sì, proprio così) ha letteralmente devastato il paesaggio della nostra regione.
Il suolo di Lombardia, come il suo cielo, per altro, non è più bello come una volta. E non stiamo parlando di quello che è accaduto negli anni del boom, stiamo parlando di quello che è accaduto negli ultimi anni.
Ecco perché è importante che il tema della riduzione e del progressivo azzeramento del consumo di suolo diventino strategici. E che le proposte di Legambiente e quella su cui ha lavorato il Pd in questa legislatura diventino una delle chiavi di lettura della prossima Lombardia.
Piani regolatori sovracomunali, uso prioritario del suolo già consumato, rottamazione (degli edifici), una edilizia ripensata (fin dalle fondamenta, potremmo dire), oneri di urbanizzazione non utilizzati nella spesa corrente, la leva fiscale per sbloccare gli sfitti, la valorizzazione delle aree agricole, tema del futuro come pochi altri: ecco cosa fare, nei prossimi anni. Partendo dalla regione che del “sacro suolo”, purtroppo, ha fatto solo un uso retorico. E speculativo.
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