Pare che il Pd, dopo il voto siciliano, per rispondere all’astensionismo e all’avanzata del M5S, stia cercando un’alleanza con l’Udc nel Lazio e in Lombardia.

Si tratta di notizie di queste ore, riprese da tutti i giornali, che nessuno ha smentito. Che ci volete fare, siamo fatti così.

Oltre a ciò, si legge un po’ dappertutto che in Lombardia (e un po’ dappertutto, appunto) «ci vuole un candidato moderato».

Tempo fa, avevo scritto un elogio del moderato che è opportuno riprendere oggi.

Ma forse è il caso di fare sul serio. Ed è per questo che alcuni strateghi hanno definito il profilo del moderato da candidare.

Si tratta di un documento segretissimo, di cui riporto solo alcuni stralci, che vi prego di ponderare con cautela:

Ci vuole un moderato, che tenga all’Inter, ma riconosca che il Milan è una grande squadra.

Ci vuole un moderato, che si ponga in discontinuità con le amministrazioni precedenti, ma non troppo. Con moderazione.

Ci vuole un moderato, che abbia molti amici gay, ma un conto sono le coppie ‘normali’, un conto le altre.

Ci vuole un moderato, che voglia cambiare moderatamente modello di sviluppo, ma che non demonizzi quello precedente.

Ci vuole un moderato, che frequenti i salotti, ma non quelli dell’Ikea, che sono dei radicali.

Ci vuole un moderato, che sappia arginare la fuga di voti verso il M5S con la sola imposizione delle mani.

Ci vuole un moderato, che faccia tesoro delle vittorie alle precedenti Amministrative, però sappia che questa volta è un’altra cosa.

Ci vuole un moderato, perché prima nella provincia profonda votavano Calderoli, e oggi votano Grillo.

Ci vuole un moderato, che abbia fatto le scuole pubbliche, ma un po’ anche quelle private.

Ci vuole un moderato, che apprezzi Renzi e sostenga Bersani.

Ci vuole un moderato, che abbia avuto già un’esperienza di governo (non importa quale governo, l’importante è che sia un moderato).

Ci vuole un moderato, anche senza le primarie, perché le primarie non sono moderate.

Tutto chiaro?

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