Dall’ordinanza alla cittadinanza: uno slogan semplice che ci ricorda le mille e una iniziative dei sindaci leghisti, coperte dal pacchetto sicurezza di Maroni, contro gli stranieri residenti in Lombardia.
Ordinanze che sono diventate legge, in molti casi, contro i phone center e i kebab, contro le credenze religiose e i diritti civili degli ‘altri’. Nella regione di questi anni, anche Tettamanzi, lo ricorderete, era straniero.
Ora si deve cambiare passo, promuovendo una politica di seconda generazione, potremmo chiamarla, volta all’inclusione e alla responsabilizzazione di tutti i soggetti in gioco. Cittadinanza è questo: non è né buonismo, né stronzismo, è l’assunzione e il riconoscimento reciproco di diritti e doveri.
E se la Lombardia è storicamente e più di ogni altra la regione di tutti gli italiani, lombardi certo si nasce ma si può anche diventare. E tutti quanti, contemporaneamente, si diventa cittadini di un’Europa molteplice e plurale.
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