Berlusconi è tornato. Tutti dicono: siamo tornati indietro di vent’anni! Che vergogna! Che tristezza! Siamo nel 1994! Non cambia mai niente!
Forse hanno ragione, però, è abbastanza evidente a tutti che Berlusconi non se ne sia mai andato dalla scena politica. E che meditasse un ritorno nessuno era nelle condizioni di escluderlo. E che il suo ritorno, poi, sarebbe stato rovinoso, beh, diciamo che è nel suo stile ed era ampiamente prevedibile.
La segreteria di Alfano era nata come una protesi (absit) di Berlusconi. Non ha dimostrato un talento eccezionale quale leader, va riconosciuto, ma va anche detto che ogni volta che ha provato a tracciare una linea (anche solo su un foglio), è tornato Berlusconi a scompaginare le carte.
Le primarie Pdl sono sempre parse una mezza bufala, al di là della qualità dei personaggi che si erano candidati (in alcuni casi non così male).
Quello che mi chiedo, però, è perché nel centrosinistra siano tutti così agitati: si ricandida Berlusconi. E quindi? Dispiace al massimo per gli elettori di destra, e di centrodestra, che si ritrovano quell’offerta politica. Dispiace molto meno per i dirigenti del Pdl, che si sono schierati di nuovo, e per la sesta volta, con il loro capo, senza fiatare.
Al centrosinistra tutto questo deve interessare fino ad un certo punto: e il punto è quello di non rimettere in pista una retorica anti-berlusconiana e un frontismo d’altri tempi (quelli di cinque anni fa, per esempio), ma di fare per una volta la propria partita.
Senza distrarsi, senza cercare alibi, senza fare cose che dipendono da quelle che fanno gli avversari. Come abbiamo fatto per troppi anni. Volevo dire, come abbiamo fatto sempre.
Il centrosinistra è in vantaggio, l’ultima cosa che deve fare è voltarsi indietro. Come hanno fatto dall’altra parte.
La tentazione è forte, per molti, anche perché per anni sono, siamo vissuti tutti in quel milieu. Ma qui non c’è Orfeo che tenga.
Se non lo fanno gli altri, facciamolo noi: guardiamo avanti. E seguiamo la nostra strada.
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