E degli elettori, soprattutto. Perché la nostra insistenza nel voler votare a gennaio per le #primarieparlamentari ha, oltre agli ovvi significati politici che riguardano la partecipazione e la contendibilità, rispettivamente degli elettori e dei candidati, anche la possibilità di aprire un numero di seggi adeguato e di consentire ai volontari ai seggi di vivere con serenità l’appuntamento politico più importante.
Oggi nella mia città i seggi aperti erano sette, rispetto ai tredici di due settimane fa. E un po’ di malumore – molto civile e rispettoso, come sempre – tra i militanti dall’altra parte del tavolo e dell’urna, serpeggia.
Peccato, dicono tutti, non avere accorpato queste primarie al ballottaggio, sarebbe stato meglio, sotto ogni punto di vista. Eh, già.
Ultimo appello, quindi, in previsione della direzione nazionale di lunedì e delle prossime (in tutti i sensi) primarie: facciamo le cose bene. Possiamo farlo e lo dobbiamo ai nostri elettori e ai nostri iscritti.
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