A leggere i giornali delle ultime ore, lo spettacolo non è dei migliori.
Perché si legge di quote di questo o quel leader, che avrebbe diritto a cinque, sette, fino a dieci parlamentari.
Perché si capisce che ci sono parlamentari che si possono candidare senza aver fatto le primarie, e altri no, perché non hanno fatto le primarie (che non si capisce quali sarebbero le differenze, tra l’altro).
Perché alcuni sono portati su da correnti ascensionali (brezze anabatiche?), altri buttati giù perché non abbastanza ‘coperti’ a Roma.
Come ho scritto qualche ora fa, il mio è un consiglio spassionato: cerchiamo di adottare gli stessi criteri per tutti, premiamo chi è stato votato alle primarie e aggiungiamo alla soluzione che ne ricaviamo solo figure che abbiano particolari competenze e grande prestigio sociale, anche pensando che noi poi dovremmo governare il Paese. Per dire.
E se la competenza è essere «-ani» di qualcuno, forse non ci siamo capiti.
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