Non faccio parte delle delegazioni ufficiali, non sono stato molto ascoltato quando queste stesse cose le scrivevo tre anni fa, non ho alcun mandato particolare, né alcun incarico mi attende.

Solo che più ci penso, da elettore, e più è un peccato che finora non si sia nemmeno provato a cogliere questa situazione come un messaggio potente di cambiamento: che si può realizzare, ed è questa la novità. Senza che nessuno abbia nulla da perdere. Né il Pd, né il M5S. Forse gli elettori, che a mio modo di vedere la pensano per la stragrande maggioranza così, dovrebbero farsi sentire.

Lo scrivo per l’ultima volta, perché sono quasi certo che prevarranno altre logiche, a cui questo Paese è condannato da sempre. Divisioni che aiutano le somme, come si augura qualcuno, con il debole per l’aritmetica parlamentare. Ci vorrebbe una mossa rivoluzionaria e inaudita. Le cose che si possono fare, in un Paese come il nostro, si devono fare subito, alla prima occasione buona. Non si può rinviare. Non più.

Non so se un altro Parlamento sarà nelle stesse condizioni di cambiare così tanto. Partendo da se stessi, come è giusto che sia. Se volete la mia, non credo.

E pensare che in pochi mesi potremmo affrontare i costi della politica, certamente, ma anche il consumo di suolo, i diritti civili, la partita dei rifiuti, l’avvio di una riforma degli ammortizzatori sociali, le opere (e le omissioni che per troppi anni le hanno accompagnate), il patto di stabilità.

A me sembra un’occasione mancata di quelle che fanno storia.

Spero di sbagliarmi. E di essere smentito. Anche subito.

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