Mille commenti. Disorientamento generale, citazioni di Jannacci, richiesta pressante di andare al voto, dubbi circa le scelte dei saggi (nessuna donna, nessun giovane, come se saggi volesse dire «maschi di una certa età»), rilievi di carattere costituzionale a proposito del governo Napolitano, ma anche la concessione che «Ho visto un re» abbia sparigliato e spiazzato tutti, Renzi subito, anzi Renzi no. Secondo altri si tratta di una nuova edizione del piano C, che più che a un governissimo preluderebbe a un’alleanza Pd-M5S (mah). E poi critiche pesantissime al M5S, ma anche il riconoscimento che Napolitano, agendo così, ha di fatto adottato il metodo proposto da Grillo: partire «dalle cose e non dalle persone», e rinviare la questione del governo, perché c’è Monti.

Tra i saggi piacciono soprattutto Quagliariello e Violante, già noti nella precedente legislatura per avere tentato di fare una riforma elettorale indimenticabile, il magiarellum. Senza successo.

Ecco i risultati delle consultazioni di ieri.

Due velocissime considerazioni: la prima, è che c’è qualche contraddizione nell’invocare Renzi e i suoi sostenitori come l’unica soluzione possibile, quando sono loro i primi a essere favorevoli, dichiaratamente, a una collaborazione Pd-Pdl, ribadita ieri in una cinquantina di interviste e da una nota di Gentiloni, che è riuscito a mandare un comunicato quando Napolitano non aveva ancora finito di parlare. Il problema per Renzi non è la leadership, ma il posizionamento politico, come sempre.

La seconda, ben più importante, e che vi prego di segnarvi e che evidenzio in neretto, è che quasi nessuno, tra i 25 e-lettori di questo blog, confida in un asse Pd-Pdl. C’è chi spera in un rapporto tra Pd e M5S, che maturi nel tempo. C’è chi dice di votare subito, che alle «prese per il C», appunto, siamo già stati abituati. E chi chiede la riforma della legge elettorale, chiede di sapere se ci può essere in tempi brevissimi una bozza, perché siamo un po’ stufi dell’argomento della riforma della legge elettorale per non andare al voto (e per non fare poi la riforma della legge elettorale). Se deve essere un alibi, togliamocelo subito. Non c’è bisogno di mettersi a fare un governo campato per aria, se il problema è solo la legge elettorale, giusto?

I saggi devono fare una proposta in una settimana, sulla base anche delle posizioni dei vari gruppi (che dovrebbero essere già note e se non lo sono, che lo siano) e del lavoro dello scorso anno, che si interruppe, vale la pena di ricordarlo, perché Berlusconi tolse il proprio appoggio al governo Monti. E sottoporla al Parlamento per una votazione immediata. Poi si può tornare a votare. A meno che ovviamente non emerga, da quelle conversazioni, una maggioranza politica. Cosa che per ora anche Napolitano ha escluso e che personalmente ho sempre caldeggiato, senza però ottenere alcun risultato.

Per il resto, c’è da fare un’altra cosa, ma ve la dico più tardi. Intanto, auguri (any sense).

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