A scanso di equivoci, vorrei precisare che non sono stato coinvolto in alcuna decisione. Mi sarebbe anche piaciuto, ma vi segnalo, nell’ordine, che nessuno ha inteso consultarmi sulla scelta del nostro candidato alla Presidenza della Repubblica, Franco Marini, sulla possibilità di affrontare la questione Stefano Rodotà (come pure mi auguravo), sull’idea di archiviare velocemente Romano Prodi per andare al Colle a chiedere a Giorgio Napolitano il via libera per il suo secondo mandato. E anche sul governissimissimo sono stato sentito oggi pomeriggio e, giustamente, come tutti gli altri parlamentari, per sapere come la pensavo. Voi lo sapevate già. E il governissimissimo era già partito e il Pd aveva già dichiarato di sostenerlo, anche prima di conoscere la lista dei ministri. Era già tutto previsto (dal mai con Berlusconi al suo contrario).
Se lo scrivo è perché è giusto che non si confondano le idee agli elettori: le decisioni di questi giorni le hanno prese altri, che hanno discusso tra loro e che non hanno ritenuto di coinvolgermi in alcun modo, se non per gli interventi che liberamente ho fatto, all’assemblea dei parlamentari e con le prese di posizione dei giorni precedenti alle votazioni per il Quirinale.
Le decisioni le hanno prese altri, anche quelli che non hanno votato Prodi e che avendo vinto la loro battaglia ora potrebbero dichiararsi apertis verbis. Scusate se insisto, ma se non ci chiariamo su quel punto, è davvero un po’ difficile andare avanti. E non lo dico perché ritengo sia un fatto etico (ognuno ha l’etica che vuole, propria o di corrente), ma un fatto intrinsecamente politico. Perché sembra quasi che siamo finiti così per caso, e invece io penso che sotto sotto sotto ci sia un disegno. Forse inconsapevole per alcuni, ma per altri chiarissimo.
Il mio non è un richiamo all’ordine: è una precisa richiesta politica. Perché il paradosso è che si minaccia l’espulsione di coloro che si sono dichiarati e che sono scettici verso il governo Pd-Pdl. Mentre quelli che ci hanno portato qui, loro no, loro possono rimanere. Tranquilli e, a leggere le ultime cronache, anche beati.
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