Il Pd ha scelto – a quanto pare – la linea della più forsennata continuità. Con la campagna elettorale e con le settimane successive.

Tra Bersani e D’Alema, si è scelto il punto di equilibrio: l’uomo di Bersani più vicino a D’Alema. E, come già nel caso del premier in carica, uno degli assoluti protagonisti della stagione autunno-inverno 2012-2013.

C’è poco da aggiungere perché, come al solito, il problema non è la persona, ma il metodo. E l’approccio.

Come ricorderete, ieri avevo chiesto un segretario super partes, ne avremo uno tra le partes.

La cosa più importante è però capire come sarà il Congresso: se sarà aperto (2009), semi-aperto (2012) o chiuso agli iscritti e a tesi.

Lo scopriremo presto e pretenderemo di saperlo fin da sabato. Anche perché se il Congresso non sarà aperto, non sarà un Congresso, ma un’altra cosa.

E, come mi scrive Giulia da Modena, se il Pd si chiuderà (ancora?), i democratici si organizzeranno. Con esiti inaspettati, per tutti.

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