Come sapete non sono prevenuto nei confronti del M5S, anzi: ho cercato in tutti i modi di aprire canali di relazione e di confronto con loro, e non solo negli ultimi giorni.

Mi sorprende, però, che il dibattito politico più acceso si stia svolgendo intorno alla diaria, anzi a quella parte di diaria da restituire. A un certo punto, ho temuto che dopo le parlamentarie e le quirinarie, i ‘grillini’ lanciassero anche le diarie, consultazioni in rete per decidere quale sarà il loro stipendio.

In campagna elettorale, avevo segnalato che l’argomento esiste, ma che i 2500 euro tutto compreso di cui parlavano dai palchi del M5S non stava né in cielo, né in terra. In poche settimane, mi hanno dato ragione.

Subito dopo il voto, ho spiegato che i parlamentari del M5S guadagnavano più di quelli del Pd, anche se nessuno ci credeva. Ora posso affermare con certezza che se la legislatura durerà solo qualche mese – come è molto probabile – i parlamentari del Pd non guadagneranno niente: sì, perché per candidarsi hanno versato trentamila euro e ogni mese sono tenuti a versarne al proprio partito almeno duemila. Fate due conti e scoprirete che tutto quanto percepiremo nei prossimi mesi andrà al nostro partito (che farebbe bene a lasciarli allo Stato, così ci faremmo almeno una bella figura).

Ciò che mi domando, però, è se – con tutto quello che è successo – non ci siano cose più importanti del dibattito sulla diaria. Se il M5S non intenda aprire una riflessione su che cosa fare in Parlamento, rendendosi intelligibile anche agli altri colleghi. Sarebbe ora. Perché la strategia Findus, del congelamento totale, non sta dando grandi frutti. Anzi, sta crioconservando Berlusconi. Una volta risolta la questione della diaria, sarebbe il caso di parlarne, no?

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