Il premier Enrico Letta è su di giri. Il segretario Epifani dice: adesso il cambiamento. Stefano Fassina esulta: governo più forte.
E mentre Marino, sulla stessa pagina, apre ai 5 Stelle (“stesse battaglie”), tutti celebrano il de profundis di Grillo. Il candidato sindaco meno entusiasta del governissimo (tanto che i moderati del Pd, dopo l’elezione di Napolitano, proposero di ritirarlo e di candidare un altro, perché Marino è troppo radicale) fa vincere il governissimo. Fico.
E nessuno nota che il Pd ha preso meno della metà dei voti del 2008, a Roma, quando poi perse.
Fossi nei panni del premier mi preoccuperei soprattutto del fatto che la metà degli elettori della città in cui il voto era più politico ha disertato le urne. Perché dall’antipolitica (cosiddetta) siamo passati all’astensionismo. Un motivo per festeggiare straordinario, in effetti.
Premiate le larghe intese, titola il Corriere, attribuendo le parole a Letta e al suo governo. Non mi sorprende: al Palazzo che si chiude, il meno semo, mejo stamo va benissimo. È confortante. Anche sapere che a Siena il Pd perde un badalucco di voti, ma va al ballottaggio, così archiviamo pure MPS (che si scrive quasi come M5S).
Quello che mi preoccupa non è la lettura interessata. Me l’aspettavo, e preferisco sempre che il Pd vinca, anche se poi qualcuno la legge in questo modo. Anzi, ho fatto campagna elettorale, come sempre. E con entusiasmo, invitando a votare Pd e addirittura a iscriversi al partito.
Quello che mi preoccupa è che così facendo continueremo a sbagliare. A prendere lucciole per lanterne e a farci abbagliare. Convinti che vada tutto benissimo. Fino alle prossime politiche. Quando ci sorprenderemo ancora una volta.
P.S.: prima di liquidare Grillo o Berlusconi (che è andato malissimo, a leggere i dati come fanno quasi tutti), consiglierei di prendere un bel respiro. Le amministrative sono amministrative e i sondaggi delle politiche sono disastrosi, ma non per Grillo e Berlusconi. Così, non andiamo troppo su di giri, che poi il motore fonde.
P.S./2: il risultato deludente di Grillo – fatta la tara amministrativa al voto – avrà l’effetto positivo di aprire un dibattito e una lettura critica tra elettori ed eletti del M5S. E ciò sembrerà paradossale, ma è un bene: perché loro si metteranno in discussione. Finalmente.
P.S./3: Debora Serracchiani ieri ha detto, parlando anche di sé, che lei e Marino hanno vinto “nonostante il Pd” (lo stesso Marino aveva usato l’espressione “malgrado il Pd”). Dichiarazione forte, fin eccessiva, che spiega però che ogni argomento è reversibile. E se lo dicono quelli che vincono, forse è il caso di rifletterci su. Almeno un po’.
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