Dopo la condanna di oggi, che segue quell’altra, non è sufficiente (né sano) dire che bisogna batterlo politicamente, che non si commentano le sentenze (quelli del Pdl, però, le commentano, eccome se le commentano), che il governo prosegue come se nulla fosse.
Perché in un Paese nel quale impazzano la corruzione – in tutte le sue forme – e l’evasione fiscale e la concezione ‘malata’ del potere (che per sua natura prevarica, come se facesse parte della definizione), non va bene alzare le spalle di fronte a fatti come quelli di queste ore.
Non va bene che il dibattito riguardi solo il Pdl, come se la questione non riguardasse il Pd e la sua lettura del sistema politico. E più banalmente di quello che accade.
E non è dettato dall’antiberlusconismo, ciò che scrivo, ma da quel minimo di dignità che ci dovrebbe sempre accompagnare.
Fare finta di niente, non è da larghe intese, è semplicemente un malinteso. Grave e complice, non sul piano morale, sul piano politico. Anzi, sul piano di tutto quanto.
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