Ieri Anna Finocchiaro sul Corriere: “subito una legge elettorale”, oggi Piero Grasso a Repubblica: “lasciare la legge elettorale all’iniziativa parlamentare”.
In più, Eugenio Scalfari nel suo domenicale scrive esattamente quello che ci dicevamo, con Luca Scandale, anche qui, parlando del Quagliariellum. Dice in sostanza: “Sì alle riforme sul bicameralismo, province, numero dei parlamentari, ma svincoliamo la legge elettorale dalla commissione delle riforme”.
Mi rivolgo perciò a tutte le unità del Pd: dopo la magra figura rimediata con la mozione Giachetti, insistiamo. Teniamo separata la legge elettorale dalle mitiche riforme a diciotto mesi (senza interessi) e mettiamo a punto una exit strategy. Perché se il governo non dovesse farcela ad arrivare al 2015, rischieremmo di tornare a votare con il Porcellum. Come sempre. E con il sollievo di molti, come sempre. E sarebbe uno scandalo universale. E anticostituzionale, con il rischio (paradossale) che a votare non si possa tornare più.
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