Sandra Zampa e i 101 giorni del governissimo.

Sono trascorsi 101 giorni dalla nascita del governo guidato da Enrico Letta, una persona perbene che ho conosciuto quando a Palazzo Chigi, dopo aver vinto le elezioni, era entrato come Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Anche se da un punto di osservazione “basso” (ma pur sempre privilegiato) ho vissuto quei giorni intensamente. Conosco dunque la fatica di far comprendere alla pubblica opinione la direzione di marcia di un governo e indicare il traguardo cercando di motivare i cittadini e ottenere il sostegno di chi, facendo politica nei partiti e in Parlamento, è chiamato a decidere sul suo destino.

Erano giorni difficili anche quelli e le notizie sulla compravendita dei senatori venute alla luce successivamente cosi come i primi segnali della crisi economica mondiale poi esplosa in tutta la sua violenza spiegano perchè. Ma mai nel nostro Paese ci siamo trovati in una situazione così drammatica: con un governo non scelto dagli elettori e sorretto da una maggioranza composta di avversari politici, con una coalizione (parte di quella maggioranza) guidata da un leader condannato senza appello, e a beneficio del quale ogni giorno arriva un ricatto, con una crisi economica interminabile che brucia vite e diritti ogni giorno.

Siamo nell’anomalia e credo sia bene non dimenticarlo mai.

Sono stati 101 giorni di anomalia. La democrazia sana ha altre regole e altri modi di inverarsi. Prima si guarisce e meglio è. Non per il bene del Pd ma per il bene dell’Italia. Credo che Letta ne sia pienamente consapevole tanto da aver sollecitato il Pd ad accelerare sulla riforma della legge elettorale.

Oggi dobbiamo augurargli e augurarci che il governo sappia fare tutto il meglio possibile. Per il bene dell’Italia ma anche del Pd. Ma avendo chiaro ciò che troppe volte, in questi 101 giorni, è risultato invece offuscato in nome di una “”responsabilità” male interpretata. Bisogna evitare di confondere continuamente i piani. Il governo faccia la sua parte senza che il valore della stabilità entri in conflitto con altri valori. ll Parlamento sia libero e sovrano. I democratici facciano in modo che il Pdl eserciti le proprie responsabilità senza accogliere un solo ricatto: sia reso evidente agli occhi degli italiani quale interesse viene davvero prima nella scala di priorità della destra berlusconiana.

Infine la cosa più importante. L’enorme anomalia politica che stiamo vivendo si giustifica non solo se serve a ripristinare condizioni economiche migliori al Paese mettendolo al riparo dal rischio di default ma soprattutto se restituirà al sistema democratico la salute smarrita. Al più presto.

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