Il mio intervento di oggi, pubblicato dal Manifesto:
Galli della Loggia ieri sul Corriere ha proposto l'ennesima caricatura della sinistra che non capirebbe i moderati (dopo il voto di febbraio, vere e proprie figure mitologiche) e mi cita in chiusura di pezzo per canzonarmi, perché non sono abbastanza di destra, probabilmente (mi dispiace tanto, davvero).
Ora, la mia sinistra, che ora non c'è (perché lo spazio è occupato da chi fa cose diverse da quello che dovrebbe), si rivolge ai moderati e a quelli che non lo sono (o che non si manifestano come tali) con poche e comprensibili proposte.
La prima: si riducono le tasse sul lavoro e non quelle sul patrimonio. Contestualmente si contrasta l'evasione fiscale, con lo scopo dichiarato di abbassare nuovamente le tasse per chi produce, chi rischia e si mette in gioco. Promessa mancata degli ultimi anni, grazie a chi sappiamo tutti quanti (il decadente).
La seconda: si deve riformare la legge elettorale, restituendo ai cittadini la possibilità di guardare in faccia i propri rappresentanti e di scegliere quelli in cui si riconoscono. Il ritorno al Mattarellum è in questo senso la cosa più ovvia, come per altro notò anche il poco accorto Grillo, quando consentì che il gruppo del M5s votasse a favore della mozione Giachetti (rispetto alla quale ci suicidammo, noi del Pd).
La terza: si introducono quelle norme di sano liberalismo (non di finto liberalismo, specialità italica) che possono restituire competitività al sistema Paese. La prima delle quali è il conflitto di interessi, che non riguarda solo Berlusconi, ma un po' tutti quanti. Così i moderati bravi potranno averla vinta sui moderati amici degli amici. La legalità (leggi Severino) dovrebbe per altro esser cosa moderata come poche altre, ma tocca ai poco moderati ricordarlo.
La quarta: siccome la moderazione è una cosa squisita ma un'intera generazione non ne comprende il significato, si procede a dare a tutti i lavoratori un contratto unico e si provvede a un reddito minimo per chi moderatamente cerca un lavoro. E una moderata speranza a chi in Italia non ha spazio, e infatti lo cerca altrove. E, se mi è consentito, non è meno giusto cercare di rappresentare quelli che non ne possono più, di questa situazione (eccheccazzo).
La quinta: ci vuole il riconoscimento pieno del diritto di cittadinanza per gli omosessuali e una nuova stagione di cultura per i diritti di tutte e tutti. Perché il nostro è soprattutto un problema culturale che non ci fa vedere un sacco di cose: la differenza, la bellezza, il futuro. E il senso che tutto questo dà alla vita delle persone.
Ecco, non sono moderato, secondo il linguaggio politicistico di Galli, ma credo che i moderati lo capiscano benissimo, quello che intendo fare.
E lo condividano pure, magari decidendo la prossima volta di non votare più due noti moderati come Berlusconi (prima) e Grillo (recentemente), che hanno fatto incetta di voto moderato.
Da ultimo, tre o quattro considerazioni: l'attuale governo, come già il precedente, è un governo di moderati. Lo sono tutti. Sono talmente moderati, che non sono riusciti ancora a prendere una decisione che sia una sulle questioni che elencavo qui sopra. Talmente moderati che si confondono ciellini, ex-radicali, bocconiani, destri e sinistri.
E moderata è anche l'Europa, tanto che pretende che ogni volta che ci andiamo, noi del Sud, dobbiamo metterci le pattine.
E moderati, pacificati, fecondati (!) sono anche i toni che il protocollo prevede, tanto che se uno non è d'accordo e dice la sua, diventa immediatamente fighetto o professionista del conflitto. Antipatico, se chiede lumi sulle spese militari. Irrispettoso, se si domanda il perché di quello che succede alla Costituzione.
Ecco, io penso che ci debbano essere due alternative in campo. La Berlusconi & Figli, da una parte, e quelli che hanno un'idea diversa dalla destra. E, se posso, anche diversa dalla sinistra che oggi conosciamo: perché mi chiedo che cosa sia tutta questa corsa al centro, anzi, proprio verso destra, che sembra contagiare tutti quanti. Dopo avere inseguito Casini e Monti (che ora giacciono sfiniti, vittime certamente delle nostre persecuzioni), ora ci toccherà inseguire qualcun altro, che prenda i voti al centro? Per poi magari scoprire che si chiama Casaleggio?
Rivendico il diritto di dire le cose in cui crediamo, che è l'unica cosa che funziona sempre. E che ci rende credibili (perché ci crediamo). Sono, siamo stanchi di dover negare noi stessi. Lo abbiamo fatto per tanti anni e possiamo dirlo con moderazione: non funziona. Mai.
Chi non è d'accordo, bisogna cercare di convincerlo, certo. A volte, però, bisogna anche cercare di sconfiggerlo. Democraticamente, alle elezioni, che sono moderatissime: carta e matita, per sentirci liberi e rappresentati.
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