Come un dialogo, un confronto, un conflitto (parola vietata, ma ho chiesto l'autorizzazione ministeriale al dicastero per la pacificazione). E così lo interpreterò, offrendovi (ovviamente) quello che penso, ma ascoltando e riproponendo ciò che mi dicono i miei (e, voglio sperare, i nostri) interlocutori. A Torino sarò con Gustavo Zagrebelsky, per incominciare nel migliore dei modi.

dialoghi

E continuerò su questa strada, mettendo in relazione e in comunicazione, per quanto possibile, le persone e le idee. Non un one man show, insomma, ma un lavoro collettivo, sottinteso nello slogan «Civoti», che proprio a questo vuole far pensare.

Perché alle Feste che sto frequentando nel tradizionale Salamella Tour estivo, sono soprattutto le domande a interessarmi. E le domande – oltre alla più 'gettonata' che riguarda 101, di cui tutti vogliono conoscere l'identità, e prima di ricandidarli, ci sarà da discutere (dico sul serio) – la questione che mi pongono tutti è: «dammi un motivo per votare il Pd». E il motivo è che siamo un partito, che fa un congresso, che consente di discutere e di scegliere. E che lo deve fare alla svelta, per dare ancora motivi per votare il Pd. E lo deve fare sulla base del confronto sulla sostanza, e non sul gossip. E deve ritrovare l'«amore per la realtà» (come dice Marina Terragni) che sembriamo avere smarrito.

Che sia un Congresso e non un Meeting della pacificazione (e della fecondazione, cit.). Che sia un dialogo tra ragioni diverse. E che ci scelga quella che ci rappresenta con maggiore precisione e con la qualità più alta. A questo un Congresso dovrebbe servire, a capire meglio le cose, a confrontarsi con le ragioni degli altri, a dare spessore alla nostra proposta e alla nostra sfida.

E sono fiducioso e spero lo siate anche voi.

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