Da Amor Loci di Elena Granata e Paolo
Pileri, p. 247.

Mentre tutto si rinvia e si confonde, è il caso di rompere lo schema, e giocare d'anticipo. Sul modello di futuro a cui guardiamo. Che non è la prossima settimana, il futuro. Inizia ora, ma guarda un po' più in là.

La capacità di giocare d’anticipo ovvero quella forma di pensiero che riesce a lavorare sul senso profondo che muove le azioni piuttosto che sulla loro forma.

Giocare d’anticipo significa dilatare l’orizzonte dell’agire politico, immaginare una responsabilità che si allunga sui tempi lunghi della natura e del cambiamento; significa comprendere meglio gli effetti ambientali delle nostre azioni concrete e sapere scorgere le priorità d’azione con intelligenza; significa coltivare quella speranza di cui parlava Vaclav Havel, che non è la convinzione che una determinata cosa andrà bene, ma la certezza che essa ha un senso, indipendentemente da come andrà a finire.

Questi cinque nodi che abbiamo richiamato potranno trovare soluzioni concrete e proposte applicabili solo se crescerà di pari passo una cultura civile in grado di attribuire valori collettivi al territorio, di riconoscersi entro il proprio paesaggio, di identificarsi con un sistema di regole e di limiti per l’interesse comune.

[…]

Quindi, ci piace una politica che punta al consumo zero di suolo ma ancora di più una politica che promuove una cultura attenta al suolo e a quanto sia necessario e benefico tutelarlo.

Ci piace una politica che salvaguarda il diritto alla casa ma ancora di più una politica che promuove un modello di abitare improntato al riuso del patrimonio edilizio esistente e si industria nel far sì che sia più conveniente riusare ciò che esiste piuttosto che costruire ex novo.

Ci piace una politica che si industria per creare occasioni per sostenere le aziende agricole locali e biologiche, ma ancora di più una politica che si attiva per un’educazione alimentare dei suoi cittadini spiegando così perché ha più senso un’alimentazione sana e sobria.

Ci piace una politica che si impegna nella raccolta differenziata di rifiuti ottenendo rese sempre più alte ma ancora di più una politica che si attrezza a spiegare ai cittadini che è necessario produrre meno rifiuti e quindi modificare i propri modelli di consumo.

Ci piace una politica che incentiva le auto elettriche ma ancora di più una politica che ci aiuta a muoverci a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Ci piace una politica che tutela il paesaggio nel proprio comune con operazioni culturali o anche materiali ma ancora di più una politica che, riconoscendo che la natura e il paesaggio vanno oltre i confini comunali, si impegna in atti cooperativi di tutela del paesaggio.

Ci piace una politica che prevede abitazioni energeticamente performanti ma ancora di più una politica che spiega ai cittadini che spesso non abbiamo bisogno di tutta quell’energia nei nostri ambienti di vita e in tutte le ore del giorno e li mette in condizione di cambiare stile di vita.

Ci piace una politica che agisce praticamente, pensa ecologicamente e si prefigge di ristabilire una relazione affettiva tra uomo e ambiente.

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