Scrive Corradino Mineo, questa mattina:

"Verso l’aumento dell’Iva – scrive oggi il Corriere – Il Governo non riesce a trovare un miliardo per fermarlo”. E Il Sole24ore sotto il titolo, “Spread, l’Italia torna avanti” (il differenziale di rendimento dei nostri titoli a 10 anni con quelli tedeschi è di nuovo un po’ più basso, 2,44 per cento, di quanto non sia quello spagnolo, 2,45) riporta il duro giudizio del Commissario europeo sulle scelte del governo.

“Rehn: rischioso tagliare l’IMU, se il deficit sale si riapre la preceduta di infrazione”. C’è poco da dire, annullare l’imposta sulla proprietà anche per i ricchi, è stato l’errore capitale di Enrico Letta. Berlusconi si è fatto onorare la promessa elettorale e insieme si è visto servire il terreno su cui potrà dare battaglia contro il suo stesso benefattore. L’altro errore di Letta è la (non) politica europea, l’idea che, facendo il bravo scolaro, alla fine Frau Merkel lo ricompenserà, quando sarà arrivato il tempo del semestre di presidenza italiana dell’Europa. Invece avrebbe dovuto dire all’Europa: non faccio regali ai proprietari (Imu), combatto evasione e corruzione, taglio (per quel che è possibile, in tempi di recessione) la spesa pubblica, ma chiedo che la spesa per cultura, assetto del territorio, innovazione resti fuori dai vincoli di bilancio. Si sarebbero sollevati strepiti e minacce, ma non è detto che non avremmo potuto farcela.

L'altra cosa di cui dovremmo iniziare a parlare in questo Paese è ciò che in Europa c'è e in Italia non c'è, come il reddito minimo, che dovrebbe essere 'conteggiato' diversamente. Perché i sacrifici sono stati fatti, soprattutto dai più deboli, e forse dobbiamo ragionare anche sulle garanzie e sulle possibilità di sollevare chi sta sprofondando. O almeno possiamo provarci. Prima di avvitarci ancora un po', prima che sia troppo tardi.

La credibilità europea è forse il punto più forte di questo premier (del premier più che del governo) e non possiamo perderla per strada. Ci vuole uno scatto d'orgoglio e di razionalità, che mi pare mancare (mentre scrivo la maggioranza politica discute su posizioni ancora irriducibili la questione dell'aggravante sull'omofobia, rinviando di ora in ora la discussione degli emendamenti e la loro votazione: forse non è una maggioranza così politica, come ripeto da tempo, nonostante la retorica che l'accompagna).

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